«La Reckitt Benckiser ci vuole lasciare a casa»

I dipendenti accusano l’azienda di violare gli accordi scritti sulla rotazione «Al lavoro solo 50 persone. Gli over 40 in cassa integrazione a 700 euro»
Di Alessandro Abbadir
Reckitt Benckiser
Reckitt Benckiser

MIRA. «Alla Reckitt Benckiser l’azienda sta facendo fare la rotazione sempre agli stessi operai , molti di quelli che lavorano fanno pure gli straordinari mentre altri (la maggioranza) è in cassa integrazione a 700 euro al mese. Si tenta poi di far andare via tantissime persone con offerte di buona uscita quando il mercato potrebbe essere in ripresa nei prossimi anni». La denuncia viene da un gruppo di operai del sito mirese e viene raccolta dai sindacati e in particolar modo dalla Filtcem Cgil con il segretario provinciale Riccardo Coletti, che chiede il rispetto dell’accordo per centinaia di lavoratori.

Fino a febbraio 2014 all’ex Mira Lanza dovrebbero essere fatti ruotare un massimo di 51 lavoratori su un bacino di 190 indicati dall’intesa. La rotazione ha rappresentato un passo avanti rispetto alle ipotesi di licenziamento che la Reckitt aveva prospettato. «Così - dice Coletti - si sono evitati 51 licenziamenti, mentre una quarantina di lavoratori, fra gli 81 previsti nei tagli iniziali hanno già lasciato l’azienda, volontariamente».

Ma ora le uscite volontarie vengono offerte come metodo a oltre un centinaio di lavoratori. «Fino a un anno fa - spiegano alcuni lavoratori- ci proponevano 10 i 15 mila euro al massimo. Ora invece le somme per liquidarci sono salite a 50- 60 mila euro. Chi lavora sono sempre gli stessi. C’è gente con figli mutuo e moglie a carico che rimane a casa in cassa integrazione. È questa la rotazione? Il dubbio è che la multinazionale del detersivo voglia puntare sulla flessibilità esasperata quando deciderà che la crisi è finita: interinali, tanti contratti a tempo determinato giovani con il bonus under 30. Insomma tutti a casa, ma dove si va a 40- 50 anni con famiglia sulle spalle?».

Il sindacato prende le difese dei lavoratori: «Invitiamo la Reckitt Benckiser a rispettare gli accordi e far fare la rotazione a tutti i lavoratori. Il problema è che a casa - dice Coletti - restano sempre gli stessi. Chiediamo un incontro all’azienda per chiarire la violazione degli accordi». Intanto però il sindacato ammette le prospettive produttive non sono buone neanche per il 2014. «La produzione è stagnante – conclude Coletti- in Inghilterra la multinazionale ha chiuso uno stabilimento. Al Laguna Palace di Mestre martedì prossimo ci incontreremo con i vertici di questa multinazionale in un confronto serrato».

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