La rampa di Boscochiaro “vietata” ai pedoni
CAVARZERE. Non solo gli autobus, ma anche i pedoni hanno difficoltà ad attraversare il nuovo ponte di Boscochiaro. Per capirlo basta osservare i marciapiedi realizzati sull’arcata del ponte, la cui altezza rispetto al piano stradale non rende agevole, neppure a chi è in buona forma fisica, salirci sopra. Non parliamo, poi, dei disabili che, se volessero tentare l’avventura, non avrebbero a disposizione neppure il classico “scivolo” per salire sul marciapiede che, peraltro, non è stato realizzato sulle strade di accesso al ponte stesso. In realtà il marciapiede potrebbe essere previsto nel secondo appalto di lavori, le “opere complementari”, intervento di cui, però, manca ancora la progettazione.
Il consigliere comunale Emanuele Pasquali, che aveva posto la questione della scarsa visibilità agli incroci del ponte con le strade arginali a causa dei dossi elevati, con un’interrogazione, lo scorso 10 gennaio, sta ancora aspettando una risposta. Come pure un gruppo di pendolari (sono circa 200 quelli interessati dal problema) che ha chiesto chiarimenti al sindaco Tommasi e all’Actv, «senza ricevere risposte concrete». Per loro la chiusura del ponte significa oltre mezzora di viaggio in più, sia all’andata che al ritorno, per effetto dei giri viziosi a cui i bus sono costretti dall’impraticabilità del ponte, oppure la necessità di spostarsi con l’automobile fino a Santa Margherita per prendere l’autobus. Il parcheggio davanti al bar di Ca’ Venier, molto più comodo per i pendolari cavarzerani, infatti, è stato chiuso dai proprietari (è un’area privata) proprio perché era intasato di veicoli a tutte le ore. (d.deg.)
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