La rabbia dei vongolari invade Venezia
Il prossimo appuntamento è a Roma, il 27 gennaio, tra i pescatori e il ministro Maurizio Martina. È questo il primo risultato della manifestazione che i vongolari di mezza Italia (tutta la costa adriatica da Ortona a Marano Lagunare) hanno organizzato ieri a Venezia, ma non è l'unico. Soprattutto la categoria spera che sia il preludio a una serie di provvedimenti finalizzati a salvare questo settore economico, le imprese che ne fanno parte e le migliaia di famiglie che ne vivono. Era l’alba quando le barche sono partite dai porti veneziani per raggiungere le Zattere e gli autobus, dai porti adriatici, hanno raggiunto il Tronchetto. Circa 600 pescatori e un centinaio di imbarcazioni («di più non ci sarebbero state senza intralciare la navigazione» spiegano gli organizzatori). L'obiettivo era spiegare alle istituzioni e all'opinione pubblica come il sistema delle “regole europee”, calate dall'alto e inadatte alla realtà peschereccia dell'alto e medio Adriatico, stia distruggendo un intero settore economico che, tra l'altro, fa del rispetto dell'ambiente la sua fonte di sostentamento, tramite la gestione mirata della risorsa. «Difficilmente non condivisibili».
Così, Sergio Pomponio, capo di gabinetto del Prefetto Cuttaia, ha definito le rivendicazione dei vongolari. E, se avesse potuto spogliarsi della veste istituzionale, probabilmente, avrebbe detto semplicemente «avete ragione». Non ha potuto farlo, così come non ha potuto garantire soluzioni in tempi brevi ma ha garantito che avrebbe trasmesso immediatamente al ministro Martina la richiesta di incontro (poi confermata per il 27) che gli operatori hanno chiesto come ultima spiaggia. «Abbiamo parlato con il sottosegretario, abbiamo parlato con molti esponenti politici. Tutti ci hanno espresso e solidarietà e impegno per i nostri problemi ma noi siamo ancora qui ad aspettare. E ci sono famiglie che non hanno un reddito da mesi e mesi». Esemplare il caso del Cogevo di Ravenna dove la barca che a lavorato di meno ha fatto 10 uscite in un anno e quella che ha lavorato di più ne ha fatte 18. E come il rappresentante della Prefettura, così l'ammiraglio Tiberio Piattelli che aveva ricevuto i manifestanti, poco prima, in Capitaneria, aveva espresso comprensione e solidarietà per la questioni esposte ma aveva dovuto rinviare a “decisioni superiori” qualsiasi accoglimento delle richieste prospettate. Ma anche se gli interventi legislativi più importanti sono ancora lontani, qualche risultato si vede già. «Con l'annuncio della nostra protesta» ha detto ai colleghi Michele Boscolo Marchi, presidente del Cogevo di Chioggia, in una sorta di briefing prima degli incontri istituzionali «già venerdì si era mosso qualcosa: è stato riconfermato il numero chiuso delle licenze con draga idraulica (le turbosoffianti, ndr) per i prossimi dieci anni e si sta andando anche verso il rinnovo delle concessioni di pesca ai Cogevo». Ora, tra le questioni di competenza nazionale messe sul tappeto, resta la depenalizzazione delle violazioni sulla taglia minima: non pescare una vongola sotto misura quando se ne raccoglie qualche quintale, è praticamente impossibile, ma per gli operatori anche una sola vongola diventa un reato che può portare dritti in carcere.
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