La protesta dei migranti, il prefetto: "Se tornate a Cona, 100 partiranno subito". I rifugiati: "Mai più lì, è un magazzino umano"

Lunghissima trattativa tra i migranti e il prefetto di Venezia Boffi: alla fine i cinquanta dormono al centro civico di malcontenta. Giovedì riprende il confronto
L'incontro tra i migranti in "fuga" dal centro di Conetta e il prefetto Carlo Boffi a Malcontenta
L'incontro tra i migranti in "fuga" dal centro di Conetta e il prefetto Carlo Boffi a Malcontenta

MESTRE  È stato un lunghissimo mercoledì di trattativa, che non si è ancora conclusa.

I 55 migranti che nei giorni scorsi erano scappati dal sovraffollato  centro di Conetta, nel veneziano, finendo prima Piove di Sacco, poi a  Padova - dopo aver dormito nelle canoniche e trascorso l'ultma notte all'addiaccio - mercoledì mattina sono stati trasferiti con un bus della prefettura di Venezia. Meta, il centro civico di Malcontenta, per un incontro con il prefetto di Venezia Boffi.

Una giornata di dialogo non è bastata: i migranti passeranno la notte proprio al centro civico di Malcontenta e giovedì riprenderà la trattativa. "Non dormiamo da 72 ore, chiediamo di poter restare un po' tranquilli per schiarirci le idee sulla proposta che ci è stata fatta", hanno chiesto i migranti alle 18, dopo quasi dieci ore di confronto con il prefetto. E il Comune di Venezia ha dato il suo assenso.

LA SINTESI DELLA GIORNATA. La soluzione prospettata dal ministero dell'Interno ai 55 migranti è stata quella di tornare al centro di Cona, ma con una proposta: il prefetto ha assicurato lo spostamento di altri 100 migranti entro tre giorni, il miglioramento delle condizioni della struttura di Cona e ha promesso di non tenere conto di questa "fuga", che avrebbe fatto decadere il diritto a richiedere lo status di rifugiati.

Dopo aver ricordato che la struttura - contestata dai migranti in attesa dello status di rifugiati, perché sovraffollata e soffocante - è passata dai 1500 ospiti di luglio (dopo le proteste di allora) a 1100, ed è scesa agli 800 ospiti attuali, dopo la "fuga" e la sitemazione altrove di 200 migranti nei giorni scorsi, il prefetto Boffi ha però ribadito che ad essere trasferiti altrove saranno le cento persone da più tempo a Cona.

E qui si è arenata la trattativa con i migranti, che non vogliono in alcun modo tornare al centro. Dopo una lunga riunione, la loro risposta è stata: "Mai più a Cona".

LA GIORNATA. I "superstiti" della lunga marcia verso Venezia della scorsa settimana, che li ha portati a girovagare per giorni  dal veneziano fino al padovano, ha riportato i 55 migrati in fuga dal centro di Cona nel Veneziano, per incontrare nella sala civica di Malcontenta il prefetto di Venezia Carlo Boffi.

In apertura di incontro i migranti hanno parlato al prefetto rivolgendosi a lui "come se parlassimo da figli a un padre", ringraziandolo, ma ribadendo la loro volontà di non tornare a Cona, perché la ritengono inadeguata, scomoda ma anche per le lunghezze burocratiche nel decidere il loro status. Alcuni di loro sono stati sistemati in luoghi alternativi ma la maggior parte di loro, alla fine, ha fatto ritorno a Conetta dove gli ospiti, ad oggi, sono meno di un migliaio.

"Noi la vedamo come un padre", ha detto uno dei migranti, "se diciamo che non vogliamo tornare a Cona è perché le considoni non sono buone per l'ospitalità. Dirci di tornare a Cona è come dirci di tornare per strada, non è un'alternativa. Siamo persone umili, non violente, chiediamo un posto temporaneo: non faremo danni, chiediamo di non rimandarci a Cona e che ci dia tempo per risistemarci in strutture più piccole".

A far da mediatrice, traducendo dall'italiano all'inglese per tutto il giorno, la giornalista Gloria Bertasi, che si è messa a disposizione di un dialogo che - altrimenti - non sarebbe neppure iniziato, per l'incomunicabilità tra le parti.

Il prefetto Carlo Boffi incontra i migranti a Malcontenza
Il prefetto Carlo Boffi incontra i migranti a Malcontenza
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LA PROPOSTA DEL PREFETTO. "Se avessi avuto sistemazioni migliori le avrei date", la replica del prefetto Boffi, in un incontro dai toni sempre moderati, "a Cona a luglio c'erano 1400 persone, una settimana fa ce ne'erano 1100, oggi 800: dove possibile abbiamo trasportato le persone ove possibile. Non si può consentire che chi protesta, chi si rivolta, scavalchi quelli che sono più anziani di permanenza della struttura, quest sono le regole di accoglienza . Sapete che l'abbandono volontario delle strutture determina la decadenza del procedimento, ma in considerazione della particolarità, dell'eccezionalità della situazione , se siete disposti a tornare a Cona, vi garantisco una soluzione rapida".

"Quello che posso impegnarmi a fare, su disposizione del ministero", ha aggiunto Boffi, "è a spostare nel giro di pochissmi giorni 100 persone, entro 2 o 3 giorni, per riposizionarle in altre strutture. Non posso dire dove, ma sicuramente situazioni alloggiative più piccole:13 in provincia di Venezia, gli altri fuori provincia. Ma sulla base del principio dell'anzianità della permanenza, non è corretto che chi aspetta da tempo sia scavalcata da voi, a meno che non siate anche voi da tempo qui. Continueremo costantemente a monitorare Cona. Abbiano chiesto l'autorizzazione in deroga a installare nuovi impianti per migliorare le vostre condizioni. Grazie al blocco degli sbarchi la situazione non si appesantirà a Cona".

Poi i migranti si sono riuniti in assemblea per decidere.

LA RISPOSTA DEI MIGRANTI. "Non vogliamo più vedere Cona", la risposta dei migranti, "Grazie  per averci ascoltati: non capiamo come la soluzione possa essere Cona. Lei, prefetto, ci ha detto che 100 persone saranno trasferite da Cona: chiediamo garanzie che saremo tra quei 100, come tra i 200 già andati via da Cona c'erano persone che erano al centro da meno tempo di noi". "Ci erano già state date garanzie, quest'estate", hanno proseguito i migranti, "che la situazione a Cona sarebbe migliorata, ma così non è stato".

 Il prefetto Boffi ha ricordato che durate l'estate sono stati effettuati lavori per 260 mila euro per migliorare le condizioni nel centro di Cona.

I migranti: "Cona non è un centro di accoglienza, è un magazzino di scarico umano. L'interesso dell'albergatore è che gli ospiti restino lì, perché più giorni stanno più incassa. Ma noi dobbiamo avere la lucidità di trovare un albergo adeguato. Ringraziamo tutti gli italiani per l'ospitalità che ci danno: abbiamo sangue e sentimenti come voi. Voi oggi siete i nostri padri e madri, dovete aiutare questi ragazzi per dare loro una formazione, altrimenti rischiano di restare senza lavoro. Invece se li formate, se hanno documenti, potranno andare a scuola, lavorare, pagare affitti e tasse, come ho fatto io: ho imparato l'italiano andando a scuola. L'Italia ha salvato la mia vita, ma quante persone sono ancora sfruttate?".

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