La polizia lo ha scortato nell’ultimo viaggio

Alessio Bertoldo voleva diventare poliziotto e gli agenti commossi lo avevano accolto per un giorno

NOALE. La polizia di Stato ha voluto ricordare ed essere presente all’ultimo saluto di Alessio Bertoldo. Lo ha fatto in modo speciale, scortando il feretro dall’ospedale di Padova, dove il giovane è deceduto sabato scorso, sino alla chiesa di Noale. E poi, al termine del rito funebre, verso il vicino di cimitero.

Il legame fra il 14enne e gli agenti si era creato negli ultimi mesi, specie a novembre scorso, quando Alessio era stato poliziotto per un giorno, visitando pure il poligono di tiro. Una sorta di regalo, per una forza dell’ordine da sempre ammirata dal ragazzino e che ha potuto vedere e conoscere dall’interno per alcune ore. Una giornata emozionante, tanto che la stessa polizia si era presa a cuore le sorti di Alessio, ormai malato. Lo ha seguito in questi mesi e ha voluto fare altrettanto nel suo ultimo viaggio.

Fuori dalla chiesa, un nutrito numero di fedeli ha seguito la cerimonia in silenzio, impossibilitato a entrare perché ormai piena; c’è chi teneva in mano un ricordo di Alessio, una foto, la mascotte della polizia, chi piangeva e basta. La commozione era comune. Affisso al muro che dà sul sagrato, è stato esposto uno striscione con la scritta: “Per sempre tu sarai la stella che lassù da guida ci farà”. Appena uscito il feretro dalla chiesa, si è levato un lungo applauso e si sono alzati al cielo decine di palloncini bianchi. In quei pochi minuti che la bara è stata all’interno dell’autofunebre prima di avviarsi verso al camposanto di via Cerva, si è formata una coda spontanea di persone pronta a toccarla e poi farsi il segno della croce. Per un momento, tutta l’area attorno la chiesa, in piazza Castello, si è fermata davanti al passaggio di quel corteo dietro al giovane portatore di una storia di coraggio e umiltà come poche volte è capitato. (a. rag.)

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