La “Polare” di Bonet è fallita, 50 lavoratori a casa
SAN DONA'. Polare Scarl, iniziate le procedure fallimentari. Futuro sempre più cupo per la cinquantina di collaboratori e dipendenti dell'azienda di ricerca e marketing di Stefano Bonet, il manager coinvolto nelle indagini sui fondi neri della Lega e le vicende del tesoriere Belsito, è ora oggetto di inventario da parte del perito Giampietro Vezzari che, assieme al curatore fallimentare, ha avviato la procedura partendo da via dell'Armi, ovvero la sede principale della società di Bonet che era stata passata a suo tempo ai raggi x dagli inquirenti nel corso delle indagini. La Finanza aveva perquisito gli uffici al Centro Aquilegia prima di arrestare il consulente, originario di Meolo, ancora rinchiuso in carcere a Milano.
Nell’ambito dell'inchiesta su Francesco Belsito era stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare anche nei confronti di Bonet, l’uomo ritenuto il vero tessitore degli investimenti in Tanzania con i soldi del Caroccio. Tra le accuse, associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio. E Bonet, in questo contesto, veniva considerato l'imprenditore di riferimento per una società che in sostanza serviva a emettere false fatture finalizzate alla costituzione di fondi neri, per consentire l' evasione fiscale e ottenere erogazioni pubbliche.
Un consulente con società e relazioni bancarie all'estero che poteva occultare la provenienza del denaro. Accuse pesanti che gli sono valse l'apertura delle porte del carcere fino al fallimento della sua creatura, dietro la quale si ritiene vi siano altre persone, probabilmente anche politici, di altissimo livello.
L'inventario del perito è iniziato a San Donà, città in cui Bonet abitava, in via Garibaldi, prima di avere lo sfratto da parte della proprietaria che non riceveva da mesi i soldi dell'affitto, ma proseguirà in tutta Italia. A Milano, anche presso l'abitazione di Belsito, poi a Roma e in molte altre città d'Italia dove la Polare aveva alcuni uffici collegati alla sede centrale. Saranno inventariati accuratamente, nell'ambito delle procedure fallimentari, mobili ed elettrodomestici, computer e tutti i beni di un certo valore intestati alla società del manager veneziano. Un personaggio controverso, soprannominato nell'ambiente “lo shampato” per la sua capigliatura lunga e spettinata, contattato quale ricercatore ed esperto di finanza e marketing a livello internazionale, conoscitore dei sistemi per captare anche importanti fondi europei per la ricerca.
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