La piena del Tagliamento ha fatto paura

L’onda ha raggiunto quota 6 metri e 40. Ora si teme per la marea di detriti da togliere dalla battigia

SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO. Il peggio è passato sulla costa veneziana. Ora l’attenzione si concentra sui fiumi, e quindi i timori si spostano sull’entroterra. Piave, Lemene, Versiola, Loncon e Reghena sono scesi di livello con la bassa marea solo quando si è del tutto placato lo scirocco che per tre giorni ha imperversato, regalando temperature miti improbabili nelle festività natalizie. A destare le maggiori preoccupazioni, ieri mattina, è stato il fiume Tagliamento. La piena del corso d’acqua alpino ha fatto segnare quota 6 metri e 40 centimetri. Una cifra decisamente alta per il periodo. Il Tagliamento comunque regalò diversi anni fa momenti d’apprensione proprio a Natale per colpa di un intenso sciroccale che provocò anche un nubifragio imprevisto a Bibione, con tanto di allagamenti in pieno centro.

Genio civile, Protezione civile e Consorzio di bonifica Veneto orientale hanno monitorato per tutta la giornata di ieri la situazione, senza evidenziare alcun rischio. Con il passaggio della piena del Tagliamento si può dire che l’emergenza sia conclusa. Tuttavia da qui ai prossimi giorni verrà monitorato attentamente il fiume per i detriti che trascinerà da monte direttamente a mare e quindi sulla battigia. Si prevede che la spiaggia di Bibione, in particolare nella parte più a est della località, in zona Faro, possa essere invasa da decine di quintali di detriti, in particolare rami. Con la piena del fiume va fatta molta attenzione anche sulle strade, poiché molti animali, per sfuggire alla morsa delle acque, percorrono il tragitto dalla montagna al mare invadendo le vie di comunicazione. Intanto i consorzi litoranei, dalla Bibione Spiaggia alla Bibione Mare e fino al Consorzio Arenili di Caorle hanno già avviato i necessari monitoraggi per verificare i danni provocati dalle maree.

Rosario Padovano

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