La pedana non funziona, il disabile a terra

Sulla linea 31H per l’ospedale l’imbarazzo e le scuse dell’autista. Scalabrin: «Sui nuovi mezzi il meccanismo è manuale»

MESTRE. È rimasto a terra sulla sua carrozzina, a guardare l’autobus che si allontanava. «È stato bruttissimo», racconta Nicola Filippi, un cittadino che ha assistito ieri mattina alla scena, «è incredibile che un bus diretto all’ospedale non sia accessibile per tutti».

Sempre lo stesso problema: la pedana elettrica non funziona e il disabile non può prendere il mezzo. È successo, di nuovo, ieri mattina. Come già altre volte. E come già altre volte la “colpa” è della alimentazione elettrica delle pedane.

Sono le 11, in piazzale Cialdini un gruppo di persone è in attesa del 31H, l’autobus che serve l’ospedale dell’Angelo. Una tratta particolare: sono molte le persone anziane o con difficoltà deambulatorie che la utilizzano per recarsi in ospedale. Il mezzo arriva in orario, l’autista apre le porte. Davanti all’ingresso principale c’è una persona in carrozzina, aspetta che la pedana si apra. L’autista aziona più volte il comando ma lo scivolo non esce.

L’autista quindi lascia il posto di guida e si avvicina all’ingresso per risolvere il problema. Ma niente, la pedana non scende.

Imbarazzato si rivolge alla persona in carrozzina: si scusa più volte ma poi è costretto a ripartire. Il bus si allontana con tutte le persone a bordo; tranne l’uomo in carrozzina che rimane lì da solo.

Non è il primo autobus in cui non funziona la pedana elettrica. Lascia perplessi il fatto che il malfunzionamento avvenga su una tratta utilizzata quotidianamente da persone con difficoltà motorie.

«Il problema è che la pedana elettrica può dare alcuni problemi nonostante il mezzo venga provato sempre a inizio corsa», spiega Luca Scalabrin, presidente Actv. «Un dosso, uno schizzo di fango o un ostacolo individuato dal sensore durante la manovra di apertura può comprometterne il funzionamento. Per questo i nuovi bus acquistati hanno la pedana manuale, non danno questi problemi».

Non si può prevedere di utilizzare, sulla tratta diretta all’ospedale dell’Angelo, i bus dotati di pedana manuale, visto che danno meno problemi?

«Abbiamo 30 bus nuovi», spiega il presidente dell’azienda di trasporti cittadina, «dotati di pedana manuale mentre sono molti di più quelli con la pedana elettrica: quindi è più probabile trovare quest’ultimi. Dei nuovi bus molti sono lunghi 18 metri e non possono fare quella tratta. Ne abbiamo alcuni lunghi 12 metri che sono abilitati. Questi però sono sottoposti a rotazione andando a servire diverse tratte utilizzate da persone con difficoltà motorie». «Dovendoli ruotare», conclude il presidente dell’Actv, «può capitare che sulla linea che serve l’ospedale vengano utilizzati quelli con la pedana elettrica che, a volte, può incorre in malfunzionamenti». —


 

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