«La paura di essere aggrediti deve finire»

La vedova premia il poliziotto Ivano Mestriner: «Quanto successo a Gabriele non si ripeta più: servono tutela e giustizia»
Di Marta Artico

«Tutto questo deve finire, quello che è successo a Gabriele e ad altri come lui non deve più succedere. È inaccettabile che in una società civile, come dovrebbe essere la nostra, rientrando a casa si debba vivere con la paura di essere aggrediti». Marzia, la moglie di Gabriele Sinopoli dall’auditorium Santa Maria delle Grazie ieri sera, davanti ad una commossa platea riunita per lei e per la famiglia, ha lanciato un appello a chi ha il potere di cambiare le cose, ricordando il marito, ex direttore di banca deceduto un anno fa dopo un lungo calvario a seguito delle ferite riportate a causa dell’aggressione subita da un gruppo di ragazzi rientrando a casa.

Il primo Memorial dedicato a Sinopoli è stato organizzato dall’associazione Mestre Off Limits. A fianco del presidente, Fabrizio Coniglio, la moglie di Gabriele, Marzia e Barbara Nori, in vece del questore di Venezia. Grande la commozione della famiglia, presente in sala, del figlio Filippo, dei fratelli e delle sorelle. «Sono qui in una duplice veste», ha esordito Marzia, «di moglie e madre di nostro figlio, ma anche di tutte quelle famiglie che, come la mia, hanno subìto un grave lutto e stanno ancora aspettando un forte segnale di giustizia e vicinanza da parte degli organi preposti a farlo. Gabriele era un uomo molto forte, con una grande voglia di assaporare la vita, era divertente e molto generoso con tutti. Aveva anche lui i suoi difetti: leggermente egocentrico, a volte fastidiosamente testardo e convinto di avere sempre la ragione dalla sua parte, quando però si rendeva conto che le cose non andavano proprio come pensava lui, veniva fuori la sua indole di attore filodrammatico. Insomma con lui non ci si annoiava mai».

La moglie di Sinopoli ha raccontato l’incontro con Fabrizio Coniglio, la preoccupazione per Mestre, la violenza, i casi di bullismo, droga, alcol, la voglia di alzare la testa e di fare qualcosa per ricordare. «Sono qui per ribadire con forza che quello che Gabriele ha ingiustamente subito non debba più capitare ad altri. Come cittadina chiedo una maggiore tutela e giustizia. Ho fiducia nelle istituzioni e spero che eventi come questi possano contribuire ad evitare atteggiamenti di buonismo fuori luogo verso chi, a titolo gratuito, ha stravolto la nostra vita e quella di altre persone».

Il premio Sinopoli è stato consegnato da Barbara Nori a Ivano Mestriner, agente della questura di Venezia, pluripremiato sostituto commissario della polizia, coordinatore del settore anticrimine e responsabile della squadra investigativa, che nel 2012 si occupò dell’indagine del “branco” che aggredì Sinopoli. Standing ovation per il poliziotto: «Questo riconoscimento», ha ringraziato, «ha un valore aggiunto rispetto agli altri perché mi è stato assegnato dai cittadini. Nel mio lavoro ho sempre cercato di rendere la città più vivibile, a fianco ai cittadini».

La moglie di Sinopoli ha rivolto un pensiero al figlio Filippo, tra il pubblico: «Un grazie a nostro figlio, che sarà sempre la forza e il mio sostegno per continuare a vivere orgogliosi di aver fatto parte della vita di Gabriele con l’impegno di fare bene il nostro dovere e di renderlo orgoglioso di noi. Io e Gabriele sappiamo che ragazzo forte e maturo abbiamo, tutto suo padre». Poi musica, grazie a Stefano e Davide Gibellato.

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