La paura corre lungo il Livenza

Notte passata sugli argini. Evacuato l'ospedale di Motta
Il fiume Livenza è arrivato al livello degli argini. Grande apprensione a San Stino e Torre di Mosto. A destra la golena del Piave a Noventa allagata
Il fiume Livenza è arrivato al livello degli argini. Grande apprensione a San Stino e Torre di Mosto. A destra la golena del Piave a Noventa allagata
 
PORTOGRUARO.
L'onda di piena è quasi passata, ma quanta paura. Strade comunali chiuse lungo i fiumi Malgher e Livenza, sospesi i collegamenti ferroviari tra Treviso e Portogruaro. Evacuato l'ospedale di Motta di Livenza e gli ammalati trasferiti a Portogruaro e San Donà. Sugli argini dei due fiumi la gente con ancora vivo il ricordo della catastrofica piena del 1966 e l'ultima del 2002. E fioccano le critiche per la gestione della diga di Ravedis, oltre alla mancata ricalibratura del Fiume Livenza, realizzata solo fino a San Pietro e non più a monte almeno fino alla confluenza del Monticano con la Livenza a Tremeacque, dove sarebbe tuttora necessaria per evitare simili emergenze cicliche che si ripetono negli anni. «L'ecoscandaglio non mente - dice un anziano pescatore - l'alveo del fiume l'ho controllato e ho visto la differenza di almeno tre metri». Ed oggi lo stesso identico disagio alleviato dall'impegno dei vigili del fuoco e dei volontari della protezione civile dei Comuni di Annone, Pramaggiore, Concordia, Portogruaro e ovviamente San Stino diventato distretto operativo. Non sembra cambiato nulla dopo mezzo secolo. I fiumi Malgher e Livenza sono lì a 800 metri l'uno dall'altro, in mezzo Corbolone. Per fortuna verso le 13 il vento ha cambiato direzione ed ha iniziato a soffiare verso sud est, liberando così le foci dalla spinta della marea, ma solo fino alle 20 quando è tornata a salire. Nel primo pomeriggio la pioggia era cessata, palpabile quindi un miglioramento della situazione che è tuttora grave, ma almeno sotto controllo. Lo ha affermato Luca Villotta responsabile comprensoriale portogruarese della Protezione Civile, dopo aver effettuato un monitoraggio sui corsi d'acqua che attraversano il territorio. «Per fortuna solo fossi stracolmi e campi allagati, qualche piccolo problema lo abbiamo registrato a Gruaro con il fiume Reghena, un altro con il Loncon a Lison, e con il Cavrato a Cesarolo, alto anche il livello del fiume Lemene ma l'intero quadro è ancora accettabile in quanto la nostra zona non ha avuto grosse precipitazioni e la rete dei canali ha funzionato con una certa regolarità». Sono caduti dai 40 ai 50 mm di pioggia, diventati 70/80 verso la pedemontana. Quello che ancora a tarda sera preoccupa sono i grandi fiumi, Tagliamento, Malgher, Livenza. Il livello di quest'ultimo è cresciuto continuamente; alle 11 di ieri mattina metri 5,80 diventati 6,10 un'ora dopo; nel tardo pomeriggio aveva già raggiunto i sette metri: alle 21 era sceso di 5 centimetri a Motta e cresciuto di 10 a San Stino a causa dell'immensa portata dei suoi immissari, i fiumi Lia e Monticano. A queste si aggiungono quelle portate dai fiumi Noncello, Sentirone e Meduna. «Ed è lungo tutto il fiume che sono e saranno in perlustrazione per tutta la notte, le squadre dei volontari - spiega Giuseppe Ostan, assessore alla Protezione Civile - un continuo monitoraggio dopo l'onda di piena delle 19, in quanto saranno determinanti le ore successive per la tenuta delle arginature». Il Genio Civile è intervenuto per alcuni fontanazzi sul canale Fosson, risolti con la chiusura delle paratie sul Fiume Malgher da parte del Consorzio Bonifica. La Protezione civile di San Stino ha individuato alcune zone critiche: la Gonfo a Corbolone, dove l'argine ha un pericoloso avvallamento di oltre un metro, la Fossafondi a Biverone, il centro fino al Canale Malgher e la zona Bivio Industriale. Ed è su queste quattro aree a rischio che protezione civile e vigili del fuoco si stanno attivando predisponendosi ad un eventuale intervento di contenimento. Alle 20,30 entrambi i corsi d'acqua erano impressionanti, negli occhi della gente la paura che il pericolo non fosse passato. Poi il decrescere delle acque ha fatto tirare un sospiro di sollievo.

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