La nuova moschea sorgerà tra Mestre e Marghera

Dopo il via libera di Orsoni si cerca un’area adatta per il grande centro culturale «Architettura in linea con i luoghi di culto veneziani». Sponsor un principe saudita
Di Mitia Chiarin
Il sindaco Orsoni in visita al centro culturale islamico di Marghera
Il sindaco Orsoni in visita al centro culturale islamico di Marghera

«Stiamo preparando un dossier e ci sono anche delle proposte di aree che potrebbero garantire la potenzialità necessaria di accoglienza per la nostra comunità. Quali sono? Per ora non possiamo dire nulla, le verifiche sono in corso e vorremmo evitare speculazioni di qualsiasi tipo. La caratteristica dell’area che cerchiamo è anzitutto quella della accessibilità perché deve essere facilmente raggiungibile anche da fuori provincia e poi lo spazio, perché vogliamo realizzare qualcosa di bello e importante a Venezia. Quindi l’area più interessante è quella tra Mestre e Marghera. Di certo non possiamo prendere ora delle decisioni perché gli attori di questo progetto sono tre: la comunità islamica, il Comune di Venezia e il proponente e tutti devono collaborare assieme». Mohamed Amin Al Ahdab, presidente del centro culturale islamico di Marghera, il giorno dopo la visita in via Monzani del sindaco Giorgio Orsoni, che ha dato il suo benestare al progetto di una nuova moschea in terraferma, con un grande centro culturale islamico di caratura metropolitana, si è già rimesso al lavoro.

Va preparato ora un dossier, contenente non solo il report delle dichiarazioni di Orsoni, ma anche alcune indicazioni tecniche per individuare l’area dove realizzare il nuovo centro islamico. Pubblica o privata, non importa visto che sarà il finanziatore, un principe della famiglia regnante Saudita, ad acquistarla. L’architetto spiega: «Non potrà essere in centro storico e neanche alla fine di via Fratelli Bandiera o lungo il Terraglio, proprio perché va garantita al meglio l’accessibilità. Una volta inviato il materiale al principe, attenderemo le sue scelte e nel frattempo noi continuiamo a lavorare al meglio per garantire, in un clima di collaborazione, la riuscita di questo progetto così importante per la nostra comunità».

Al Ahdab spiega che la nuova moschea non sarà certo un elemento di disturbo rispetto all’architettura dei luoghi di culto veneziani. «Non aspettatevi una sorta di Taj Mahal in terraferma, noi crediamo si debba realizzare una architettura in linea con quella dei luoghi di culto veneziani ma che consenta di capire che siamo di fronte ad una moschea. Quindi archi ed elementi decorativi per renderla riconoscibile come moschea ma senza alcuna volontà di creare uno scontro con l’architettura veneziana. Anzi, noi puntiamo a realizzare davvero qualcosa di bello che possa risultare attrattivo anche per i turisti dal Golfo che non sono pochi e quando arrivano nella nostra città, magari con i loro yacht, si stupiscono che non ci sia un luogo di preghiera islamico degno di questo nome». A chiedere una moschea non sono solo i centri islamici di Mestre e Marghera (quest’ultimo da solo accoglie 5 mila persone) ma anche gli altri centri della provincia di Venezia (San Donà, Quarto d’Altino, Meolo, Spinea, Fossalta di Portogruaro), le comunità di Treviso, quella di Piove di Sacco e Borgoricco. Una richiesta che viene sostenuta dalla comunità araba ma anche da quella senegalese, bangladese, dai moldavi. Tutti presenti venerdì all’incontro con Orsoni che ha dato il suo favore al progetto, riaprendo il dibattito.

«Io ho ricevuto le prime proposte mesi fa e ho girato la questione al sindaco Orsoni», commenta il presidente della Municipalità Massimo Venturini. «Se c’è davvero la disponibilità di un finanziatore a sostenere i costi e ci sono aree disponibili a mio avviso non ci sono problemi di sorta: moltissimi degli aderenti alla comunità islamica sono di cittadinanza italiana, la legge prevede la libertà di culto e credo che i tempi siano maturi».

«L’amministrazione di certo non metterà un euro e dovrà esprimersi sulla localizzazione. Il principe finanziatore ha scritto al sindaco, ora bisogna vedere come evolve il confronto», dice il vicesindaco Sandro Simionato, che con Orsoni, ha partecipato alla visita alla comunità islamica di Marghera.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia