«La nostra vita al servizio dei falchi»

Filippo Boer ed Elisa Zanin si muovono in tutto il Nordest per la loro attività di falconieri
Di Silvia Zanardi

Non amano le carezze, dei baci non se ne fanno nulla e nemmeno delle coccole. Sembrano quanto di più distante dall'umano ci possa essere, ma poi ti fermi a guardarli negli occhi, trascorri una giornata con loro e inizi a pensare che se si trasformassero in uomini e donne probabilmente vivremmo in un mondo migliore. Falchi, aquile, gufi, poiane, barbagianni: hanno artigli da far paura, becchi taglienti che non lasciano scampo alle prede e pupille come potenti binocoli. Sono gli uccelli rapaci, i reali e sofisticati compagni di caccia dei cavalieri medievali, i volatili carnivori che da millenni l'uomo riesce ad addomesticare e trasformare in fedeli compagni. Ne sapeva qualcosa l'imperatore Federico II di Svevia, il primo a scrivere, fra il 1236 e il 1240, “De arte venandi cum avibus” (L'arte di cacciare con i volatili), ancora oggi considerata l'unica vera “Bibbia del falconiere”. E ne sanno qualcosa i trentenni di Meolo Filippo Boer ed Elisa Zanin che, su questa “Bibbia”, sta scrivendo la tesi di laurea. Filippo è falconiere di professione, Elisa la sua aiutante, sono fidanzati da dodici anni e a servizio, da sette, della piccola famiglia di falchi che è diventata la loro vita. Con i loro gruppo di falconeria, “Stirpe Rapace”, si muovono nel Triveneto fra rievocazioni storiche, dove affascinano con le dimostrazioni di volo libero dei rapaci, giornate di didattica ambientale nelle scuole e, a richiesta, intervengono nell'allontanamento dei volatili molesti in luoghi pubblici come aeroporti, centri storici, discariche e coltivazioni. La casa di Meolo in cui vivono Filippo ed Elisa è interamente allestita per loro: Raphael e Jericho, le due poiane di Harris; Cherubina e Serafino, la coppia di barbagianni; Camilla, il gufo reale indiano; Gloria, il falco lanario; Salomè, il gheppio americano; Nadir, il falco sacro, e Katya, la maestosa aquila delle steppe. Al pian terreno, ognuno dorme nella sua voliera, il giardino è un percorso fatto di posatoi e casette per i volatili. Filippo Boer ed Elisa Zanin si alzano all'alba tutte le mattine, non conoscono la parola “vacanza” ma sanno quanto sia gratificante vivere per questi animali. «Loro non sono nostri, siamo noi a metterci al loro servizio – raccontano Filippo ed Elisa – Non sono animali sottomessi alla volontà dell'uomo ma personalità complesse che riesci a conquistare solo con il rispetto. Sono edonisti, dominati dall'istinto e straordinariamente intelligenti». «Instaurare un rapporto con loro, vederli volare liberi senza lacci e poi tornare sul tuo pugno è un'enorme soddisfazione e un onore , perché in questo non c'è nulla di gratuito – continua Filippo Boer – La loro volontà di tornare e non preferire la libertà dei cieli è il risultato di un rapporto di fiducia e di un rispetto fra pari e che, per l'uomo, è sinonimo di autodisciplina». Non a caso, infatti, era proprio l'imperatore Federico II a dire che un falco insegna ad “autogovernarsi per governare” e non è raro sentire notizia di rapaci addomesticati che, lasciato il pugno di un padrone indesiderato, se ne vanno via e non tornano più. La passione per i rapaci è nata prima in Filippo e poi ha travolto anche Elisa che, fino a una decina d'anni fa, era del tutto indifferente agli animali. «Da piccolo sono stato a lungo accudito da Lola, il mio cane-balia – racconta Filippo – Mi veniva a prendere a scuola e non mi lasciava solo un minuto. In parallelo alla mia passione per i cani, e i lupi in particolare, è arrivata quella per i volatili: dopo aver allevato pappagallini per un breve periodo, ho incontrato i rapaci nel 2005 e da allora non li ho più abbandonati. Negli ultimi anni la falconeria, definita patrimonio dell'umanità dall'Unesco, è diventata un po' una moda: stregato da uno spettacolo avvincente durante una rievocazione storica, c'è anche chi si compra un falco solo per tenerselo in casa, e poi rivenderlo o passarlo di mano in pessime condizioni: «Essere falconieri non è affatto uno scherzo – dicono Filippo ed Elisa – Gli animali non possono mai restare soli e devono alimentarsi di quaglie, ratti e pulcini: non per tutti è così piacevole macellarli. È una scelta di vita che richiede passione, studio e competenza».

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