La Municipalità di Marghera: «Coppia di spacciatori via dall’alloggio occupato»

La richiesta di Bettin e Silotto al Comune: «La stragrande maggioranza  dei residenti in via Rinascita non può tollerare una simile illegalità» 
La palazzina in via della Rinascita
La palazzina in via della Rinascita

MARGHERA. Sono tornati ad occupare un’abitazione di via della Rinascita. Una coppia di spacciatori che da tempo gravitano a Marghera. Una presenza che per l’ennesima volta viene denunciata da Gianfranco Bettin, Presidente della Municipalità di Marghera. Bettin e Mario Silotto, delegato alla casa della Municipalità, chiedono l’intervento del Comune.

«Numerosi residenti, allarmati, ci hanno segnalato che in via della Rinascita è in corso l’occupazione di un alloggio da parte di un nucleo composto da un’italiana e un tunisino notoriamente coinvolti in vicende di droga e altre illegalità» spiega Bettin «L’alloggio è sfitto da oltre un anno, essendo deceduta la precedente assegnataria. Il Comune non ha mai ricevuto le chiavi dai parenti della donna deceduta e non ne è mai rientrato in possesso, malgrado non siano mancate le segnalazioni sul rischio di occupazione abusiva».

Da qualche settimana la coppia di spacciatori ha deciso che quell’abitazione serviva loro e senza tante remore e sicura che nessuno lo avrebbe impedito hanno occupato l’appartamento. I due, come se la casa fosse loro, stanno portandoci all’interno i loro mobili.

«Tutto il vicinato è ora in allarme, conoscendo di quali soggetti si tratti (il tunisino è spesso agli onori della cronaca per spaccio e altre malestorie)» continua Bettin «Gli abitanti chiedono che l’amministrazione comunale impedisca questa occupazione e l’insediamento di un nucleo di disordine, illegalità e malavita nel cuore di un rione densamente abitato, dove faticosamente si stanno cercando di riqualificare il patrimonio edilizio e l’ambiente urbano confidando sulla partecipazione della stragrande maggioranza delle persone per bene e di buona volontà che ci vivono. Consentire questa prepotenza significa invece ricacciare indietro la situazione, perciò il Comune deve intervenire subito, in modo da riassegnarlo quanto prima a chi davvero ne ha diritto e garantisce di contribuire alla tranquilla convivenza civile».

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