La Mostra consacra il cinema di animazione e si inchina ad “Anomalisa”
La Mostra del Cinema di Venezia solo recentemente ha stretto un grande legame con il cinema d’animazione. In questi ultimi anni due Leoni alla carriera ad Hayao Miyazaky e John Lasseter e titoli come: “Ponyo”, “Si alza il vento”, “La sposa cadavere” e “Boxtrolls”. Ma quest’anno il Gran premio della giuria ad “Anomalisa” segna un ulteriore passo avanti. Ci troviamo davanti a un’opera, girata con la tecnica del passo uno, che è tutto fuorché un film per ragazzi. Il celebre regista e sceneggiatore Charlie Kaufman, noto per le sue storie rompicapo (“Se mi lasci ti cancello” su tutti) questa volta gira un film sulle fratture interiori dell’animo umano con una struttura lineare e asettica, come i corridoi degli alberghi che spesso, per lavoro, si trova ad abitare Michael Stone, il protagonista. “Anomalisa” è una crasi tra la parola anomalia, perché tutti ci sentiamo sempre un po’ fuori posto e il nome Lisa, la donna che per una notte avrà la voce e la forza di illuminare la sua vita. Il fascino che emana ogni inquadratura, ci ricorda che un pittore come Edward Hopper e uno scrittore come Raymond Carver, su quel vuoto hanno saputo raccontare storie magnifiche di uomini normali. (a.f.)
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