La morte di Gabriele fa piangere tutta Spinea

Un anno fa la famiglia Fortunati aveva perso il figlio minore Raffaele Il dolore dei genitori, il centauro era un manager di una società tedesca
Di Alessandro Ragazzo

SPINEA. Michele, Gabriele e Raffaele, in ordine di età. Così i coniugi Fortunati di Spinea avevano chiamato i loro figli. Proprio come gli Arcangeli. Due, però, se ne sono già andati in cielo; Raffaele, il più piccolo, li ha lasciati a primavera dello scorso anno, a Gabriele, 44 anni, è toccato sabato, in un incidente stradale, tanto sfortunato quanto assurdo con la sua moto, all’imbocco della tangenziale di Mestre, in zona Terraglio. I Fortunati sono di origine toscana e sono arrivati qui nel 1961.

Papà Piero e mamma Camelia sono molto conosciuti nella parrocchia di Santa Bertilla, essendo parte del coro che anima le messe. Gabriele, invece, era un affermato manager per una società tedesca con sede a Milano. Dopo la laurea in chimica con ottimi voti, non aveva neppure fatto a tempo a inviare il curriculum che lo avevano già cercato per offrirgli un posto di lavoro. E ha iniziato a girare il mondo, perché era riuscito a far carriera, a farsi apprezzare dai superiori. E ne era soddisfatto. «Non gli ho mai detto di stare sui libri», dice con orgoglio papà Piero «perché era bravo di suo. Gabriele era uno studente modello ed era riuscito a imporsi anche nella sua professione». Nella sua abitazione di via Baseggio a Spinea, dove risiedeva con la moglie, l’uomo ci veniva nei fine settimana; era l’occasione per tornare nel suo paese, rivedere i genitori, respirare l’aria di casa, fare un giro un moto. Lo aveva fatto anche sabato, con la sua Bmw, ma gli è stato fatale.

«Era la sua passione», continua il papà, «ma non so dove stesse andando». Attorno alle 13.30 ha perso il controllo sulla rampa che lo avrebbe portato in tangenziale con direzione Padova. La sua corsa è finita contro il guardrail e le ferite all’addome sono state fatali; i soccorsi, seppur tempestivi, sono stati inutili. Dapprima si sono fermati gli automobilisti in transito, poi i medici dell’ospedale di Mestre lo hanno intubato sul posto, ma la corsa verso il pronto soccorso è stata vana. Dopo neanche mezz’ora di agonia è spirato. Sarà compito della Polstrada stabilire l’esatta dinamica, mentre sul posto sono intervenuti pure i vigili del fuoco per ripulire e mettere in sicurezza la carreggiata. Nessun dubbio che l’uscita sia stata autonoma. «Bastavano pochi metri di differenza», spiega commosso il fratello maggiore Michele, «e non sarebbe successo tutto questo. Una morte assurda». Ancora da stabilire la data del funerale, che si terrà nella chiesa di Santa Bertilla a Spinea. Poi Gabriele dovrebbe riposare accanto a Raffaele.

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