La messa in latino raddoppia a Oriago, ma c'è scontento tra i preti della Riviera
L’iniziativa di don Bobbo si terrà la seconda e quarta domenica del mese, alle 16

foto per maria grazie
ORIAGO. Spopola messa tradizionale in latino in Riviera del Brenta. Tanto da raddoppiare le cosiddette “messe tridentine” con il rito romano.
A promuovere nel suo territorio le messe con rito antico, è don Cristiano Bobbo parroco di Oriago. Qualche giorno fa lo stesso don Cristiano era salito alle cronache per aver lanciato la provocatoria idea di tassare le spose scollate ai matrimoni. Per celebrare le messe in latino arriveranno due volte al mese due parroci dalla diocesi di Verona.
«Da circa un anno», spiega Francesco Boato, responsabile del gruppo “Amici della Messa Tradizionale nel Veneziano”, «viene regolarmente officiata a Oriago di Mira nella chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo. Ora grazie al successo ottenuto raddoppierà le celebrazioni mensili. Infatti, il parroco del paese, don Cristiano Bobbo, ha invitato il nostro gruppo di fedeli, tutti provenienti dai paesi limitrofi a garantire una maggiore e più frequente presenza dell’antica liturgia romana codificata dal Concilio di Trento nel XVI secolo e in vigore in tutta la Chiesa cattolica fino al 1965».
Il motu proprio “Summorum Pontificum” , emanato da Benedetto XVI nel 2007 si pone infatti l’ambizioso obiettivo di promuovere a tutti i livelli la diffusione dell’antica liturgia romana pre-conciliare nella Chiesa, “al di là di pregiudizi e luoghi comuni a lungo ingiustamente perpetrati”.
«Lo scopo della messa tridentina», sostiene Boato, «che abbiamo visto avere grande successo fra i giovani, che partecipano sempre più numerosi, è quello di arricchire il panorama liturgico e spirituale della Chiesa, il quale ha conosciuto una crisi notevole a seguito delle riforme liturgiche seguite al Concilio Vaticano II».
La messa in latino a Oriago verrà celebrata tutto l’anno ogni seconda e quarta domenica del mese, sempre alle ore 16 da due sacerdoti veronesi, che si alternano nelle celebrazioni. Non tutti i parroci della zona della Riviera però sono contenti di ospitare questo tipo di rito per il quale fino a pochi anni fa era necessaria un’autorizzazione del vescovo. —
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