La mareggiata si mangia la spiaggia di Jesolo

Colpita in particolare la zona della Pineta. Il presidente di Federconsorzi: «Servono i pennelli e la diga soffolta». Il business del ripascimento: milioni di euro gettati a mare
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO - MAREGGIATA IN ZONA PINETA
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO - MAREGGIATA IN ZONA PINETA
JESOLO. Marea in crescita e vento di scirocco, ieri il primo colpo inferto dalle onde al litorale est di Jesolo che soffre per l’ennesima mareggiata di questo fine aprile piuttosto anomalo: il mare si è mangiato ancora una volta la spiaggia. Il presidente della Federconsorzi, Renato Cattai, è in allerta, ma rassicura gli addetti ai lavori: «Saranno rispettati i tempi per il ripascimento». E intanto annuncia che dopo l’estate non basteranno i nuovi pennelli in roccia previsti al lido Est, ma ci vorranno le dighe sommerse verso la Pineta e Cortellazzo, una soluzione che sta dando, per esempio, buoni risultati a Sottomarina.
 
 La parte della spiaggia più colpita in questi giorni è stata come sempre quella della Pineta di Jesolo fino a Cortellazzo, alla foce del Piave. Il mare si è alzato anche nella zona del Merville, come sempre a rischio mareggiate. La scorsa notte appena trascorsa è stata ancora all’insegna della marea in crescita e solo oggi sarà possibile capire se la situazione sta migliorando o peggiorando. 
 
Alberto Carli (Lega) ieri ha subito contattato la Regione, nella persona del vice presidente della giunta Gianluca Forcolin: «Ci sono stati garantiti 50 mila metri cubi per un intervento immediato», ha precisato Carli, «ma nel caso ce ne fosse bisogno la Regione è pronta per un intervento ulteriore di emergenza». La stagione estiva 2017 sembra dunque garantita anche quest’anno con il ripascimento così detto meccanico, ovvero con l’apporto di sabbia attraverso la sinergia con il Genio Civile per le zone di competenza verso la foce.
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COLUCCI - DINO TOMMASELLA - CAORLE - MAREGGIATA
 
 Ma le mareggiate incombono, e la scorsa estate sono proseguite fino a giugno. Per questo motivo non si può avere fretta, mancando ancora le protezioni strutturali in roccia. «Siamo ancora in una situazione sotto controllo», dice il presidente di Federconsorzi Cattai, «il mare per il momento ha eroso la duna protettiva alla base e oggi vedremo se la mareggiata continuerà e sarà più incisiva. La duna ha proprio la funzione di proteggere il tratto e di essere successivamente spianata quando le acqua si saranno calmate coprendo con sabbia bionda l’intervento di ripascimento attraverso la sabbia accatastata e pescata dal mare. Solo oggi potremo fare un bilancio della situazione spiagge al lido est, maggiormente colpito. Al momento è confermato il termine dei lavori di ripascimento per metà maggio in Pineta, garantendo così i tempi previsti per la stagione balneare».
 
 «Poi», aggiunge Cattai, «attenderemo a fine estate gli interventi strutturali annunciati da Comune e Regione. Chiediamo il ripristino dei quattro o cinque pennelli in roccia nel tratto tra l’ospedale e piazza Torino verso il Villaggio Marzotto. All’estremità est verso la foce del Piave, però, ci vuole una diga soffolta sott’acqua e longitudinale rispetto l’arenile. Non importa se si sceglieranno le rocce oppure i Reef Ball, che creano una barriera corallina artificiale, l’importante sarà creare questa diga sommersa che pare l’unica in grado di proteggere la spiaggia della Pineta e del lido Est di Jesolo». 
 
L’intervento strutturale viene chiesto a gran voce da più parti per risolvere una volta per tutte la questione, dopo i tantissimi soldi pubblici spesi per il ripascimento dell’arenile per garantire la stagione turistica. Sabbia che va via alla prima mareggiata seria e che deve essere rimessa garantendo affari d’oro: milioni di euro gettati - letteralmente - a mare.
 
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