La mareggiata si è mangiata la spiaggia

A Pineta e alla Laguna del Mort gravi danni a causa della mancanza di dune protettive. La proposta delle scogliere artificiali
Di Giovanni Cagnassi

JESOLO. La mareggiata di Natale e Santo Stefano risparmia il cuore del lido di Jesolo, ma non la Pineta. Sta arrivando adesso il materiale spiaggiato che per il momento è stato spinto al largo e poi sarà trascinato a riva dalle correnti. Danni contenuti, per adesso, a Eraclea mare, dove il sindaco Giorgio Talon ha subito fatto un sopralluogo per sincerarsi delle condizioni della spiaggia.

In entrambe le località, le dune protettive alzate con la sabbia dagli operatori hanno assolto al loro compito. La Federconsorzi di Jesolo, con il presidente Renato Cattai, ha sempre sostenuto quest'opera dei privati e i risultati si stanno vedendo.

In Pineta a Jesolo, e verso la laguna del Mort ad Eraclea, il mare ha invece già causato una forte erosione, mangiandosi migliaia di metri cubi di sabbia. Le dune in Pineta, infatti, non sono state erette. Si profila anche quest'anno una stagione in cui il mare non risparmierà le spiagge del litorale, con il solito rischio, ormai una certezza, di dover spendere milioni di euro per il ripascimento, soldi pubblici che vengono letteralmente gettati a mare. In dieci anni ne sono stati spesi quasi 90 milioni.

E dopo tante proposte mai realizzate, Moreno Buogo della Reef Ball Italia, di Nervesa lancia una proposta che potrebbe salvare le spiagge e susciterà un nuovo appassionato dibattito. I Reef Ball sono elementi campaniformi in calcestruzzo, con PH prossimo a quello del mare. Una volta aggregati consentono di creare barriere sommerse "vive" per la protezione dei litorali. Si integrano all'ecosistema marino, incoraggiando la colonizzazione delle diverse specie. «Le barriere frangiflutti sommerse in elementi Reef Ball», spiega Buogo, unico contractor per l'Italia, «sono permeabili, proteggono la spiaggia sfruttando il moto ondoso favorendo il naturale ripascimento. Ci sono oltre 4000 interventi in 60 paesi e più di mezzo milione di reef ball posate. Un costo medio al chilometro è difficile, perché ci sono comunque molte variabili, le varie dimensioni dei moduli, quante file farne, ancoraggi. Ci sono vantaggi rispetto a una barriera in massi, in particolare i costi di realizzazione di una barriera frangiflutti sono inferiori a una barriera in massi perché a parità di dimensione di barriera serve molta meno massa per costruirla, perché i moduli sono cavi e in più distanziati tra di loro. Possono essere realizzati sul posto risparmiando i costi di trasporto. Inoltre favoriscono il ripascimento naturale».

Le spiagge avranno circa 10 milioni di euro a disposizione quest'anno come avevano annunciato i sindaci della costa veneziana. «Un costo preciso potrà essere stabilito però solo dopo aver formulato una prima proposta tecnica», conclude Buogo, «un progetto di fattibilità, con relativi test in laboratorio, interagendo anche con l'esperienza dei tecnici americani della fondazione reef ball». Ora la parola spetterà alla Regione e ai sindaci dopo tanti esperimenti che non hanno portato a nulla.

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