La mamma di Aurora ora non tornerà al lavoro

Fossò. «È troppo presto per decidere, ho perso mia figlia, mi serve tempo» I sindacati: il Jobs Act ha reso più difficile la scelta tra famiglia e occupazione
FOSSÒ. La pasticceria “Fortin” di Camin, nel Padovano, è pronta a riassumere Valentina Donà, la mamma di Aurora Maniero, la bambina di 8 anni morta due settimane fa a causa di un neuroblastoma e premiata tre anni fa come la “bimba più buona d’Italia”. La mamma però, ancora scossa dal dolore per la morte della piccola, prende tempo e fa sapere che non ha ancora deciso se tornerà o no al lavoro e che in ogni modo si prenderà tutto il tempo necessario per decidere, senza fretta. «È troppo presto per decidere», dice mamma Valentina, «a 15 giorni dalla morte di mia figlia. Sto pensando ad altro, non al lavoro».


Anche i sindacati da parte loro assicurano che da parte dell’azienda c’è tutta l’intenzione di riavere fra il proprio personale la donna che era stata licenziata, a detta della stessa, per troppe assenze fatte per assistere nel corso degli anni la bambina malata.


«Il titolare della pasticceria», spiega Davide Crepaldi, segretario provinciale della Uilm Padova, «ha partecipato ai funerali di Aurora e ha fatto sapere a Valentina Donà che è pronto a riassumerla, ma lascerà a lei comunque tutto il tempo necessario per decidere del proprio futuro in un momento così delicato per tutta la vita della famiglia, che ha subìto da poco la perdita della bimba».


La lettera di riassunzione è stata preparata e inviata in accordo con i sindacati dall’azienda alla mamma di Aurora. I sindacati ribadiscono che purtroppo per un’azienda come la pasticceria Fortin c’era poca scelta. «Scegliere tra il lavoro e la famiglia», dice Crepaldi, «purtroppo è la vergognosa situazione in cui si trovano tanti genitori, soprattutto mamme, a cause delle politiche del governo che ha introdotto riforme come quella del Jobs Act che non ha aumentato il lavoro a tempo indeterminato. La piccola azienda artigiana in cui lavorava la mamma di Aurora, dopo aver esaurito quanto previsto per maternità e congedi parentali, non ha potuto far altro che attivare la Naspi (disoccupazione) per dare un reddito alla lavoratrice». Fra le righe va detto comunque che oltre al giusto periodo di riflessione che la mamma intende prendersi insieme al marito Mirko e alla figlia Azzurra, c’è anche l’amarezza avuta dalla donna per il comportamento dell’azienda, anche se comunque era lecito.


Dopo la notizia del licenziamento della donna, si era innescata una gara di solidarietà per aiutare, almeno sul fronte lavorativo, la mamma di Aurora, sia da parte dell’Ascom della Riviera del Brenta che da parte di Apindustria di Venezia con il vicepresidente Roberto Dal Cin e i responsabili di mandamento.


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