La lunga notte da sogno tra danze e spettacoli
Per non finire nell'oblio, i piaceri più intensi e le emozioni più fugaci hanno bisogno di fondersi con la materia e con la narrazione. È questa capacità di trasformare i sogni in realtà, anche se solo per lo spazio di una notte, a rendere speciale il lavoro della stilista veneziana Antonia Sautter. La ventunesima edizione del suo Ballo del Doge sfida l'inesorabile fluire del tempo, gioca con l'effimero e il sublime per riaffermare il fascino eterno di Venezia e del suo carnevale. L'evento che si è svolto sabato sera a Palazzo Pisani Moretta ha richiamato come sempre ospiti da tutto il mondo. Arrivano dagli Stati Uniti, dal Libano, dalla Russia, dalla Francia e, ovviamente, anche dall'Italia. Chi vive di glamour non può mancare. Tra le sfarzose scenografie della festa si concedono ad una breve passerella alcune tra le più affezionate ospiti: Marta Marzotto e Alba Parietti. Sono presenti anche il principe del Qatar e la modella francese Zaiha Dehar. Il jet set internazionale si tuffa in una vertigine onirica orchestrata con maestria, un clima verso l'inconscio sempre più profondo. Gli ospiti, al piano nobile del palazzo, attraversano l'ambientazione bucolica ispirata dalla commedia di Shakespeare “Sogno di una notte di Mezz'estate”, poi la raffigurazione felliniana del mondo circense al secondo piano, tra le tavole imbandite, per concludere su, al terzo, con l'erotismo misterioso dell'ultimo Kubrick, quello di Eyes Wide Shut, film per cui la stessa Sautter fu chiamata a realizzare parte dei costumi. Nel suo smisurato atelier gli ospiti possono prepararsi alla festa scegliendo tra 1.200 pezzi unici, tutti curati nei minimi dettagli. «E se il vero piacere fosse già adesso prima che tutto cominci?». Magari, provando quei sontuosi abiti, prima di entrare a palazzo, a qualcuno dei 500 invitati potrebbe essere anche balenato un simile pensiero. Il Ballo del doge nasce con l'ambizione di smentirlo, perché “dreaming is in art”: quando si sogna ad occhi aperti si perde il controllo, non si cercano più conferme. Si viene accolti da un satiro, si incontrano i personaggi della commedia dell'arte, Arlecchino e Colombina. Mentre sul palco Oberon, re degli Elfi, corteggia la sua principessa, ai lati della sala risuonano il flauto e l'arpa, una violinista volteggia nell'aria, acrobati, trampolieri, figuranti e attori: dentro alla magia, per una notte e forse per sempre.
Matteo Marcon
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