La luce di Canaletto lontana dalla laguna

Nei 250 anni dalla morte dell'artista, Roma lo ricorda con la più grande esposizione di sempre in Italia. Per Venezia è troppo costosa. 

VENEZIA. Venezia si appresta a celebrare con una doppia mostra a settembre a Palazzo Ducale e alle Gallerie dell’Accademia il cinquecentenario della nascita di Jacopo Tintoretto, ma lascia invece a Roma l’onore e l’onere di ricordare i 250 anni dalla morte di un altro grandissimo pittore veneziano come Canaletto con un’esposizione - la maggiore per il numero e l’importanza delle opere mai dedicata in Italia al grande vedutista settecentesco - che si è appena aperta a Palazzo Braschi (fino al 19 agosto).

10/04/2018 Roma. La mostra Canaletto 1697-1768, a cura di Bozena Anna Kowalkzyk, celebra, con il più grande nucleo di opere mai esposto in Italia, il 250° anniversario della morte dell'artista. A Palazzo Braschi fino al 19 agosto 2018. Capriccio architettonico, particolare con autoritratto dell'artista intento a doisegnare
10/04/2018 Roma. La mostra Canaletto 1697-1768, a cura di Bozena Anna Kowalkzyk, celebra, con il più grande nucleo di opere mai esposto in Italia, il 250° anniversario della morte dell'artista. A Palazzo Braschi fino al 19 agosto 2018. Capriccio architettonico, particolare con autoritratto dell'artista intento a doisegnare

Eppure a curarla è una “veneziana” come Bozena Anna Kowalczyk, storica dell’arte di origine polacca che in laguna vive e si è formata come stretta collaboratrice di un grande studioso canalettiano come Alessandro Bettagno, diventando a sua volta una delle maggiori esperte a livello mondiale dell’artista e di suo nipote Bernardo Bellotto. Ma Venezia - che di opere di Canaletto ne possiede pochissime, tra il Museo di Ca’ Rezzonico e le Gallerie dell’Accademia - non poteva evidentemente permettersi i costi ingenti (con prestiti che arrivano da tutto il mondo) di una mostra come quella romana e non a caso il contributo veneziano all’esposizione è limitato a un solo dipinto, “Prospettiva con portico” dalle Gallerie dell’Accademia, insieme ad alcuni disegni che arrivano dallo stesso museo, dal Correr e dalla Fondazione Cini, insieme a libretti di musica e documenti dall’Archivio di Stato e ancora dalla Cini.

10/04/2018 Roma. La mostra Canaletto 1697-1768, a cura di Bozena Anna Kowalkzyk, celebra, con il più grande nucleo di opere mai esposto in Italia, il 250° anniversario della morte dell'artista. A Palazzo Braschi fino al 19 agosto 2018. Il ritorno del Bucintoro al molo, il giorno dell'Ascensione, particolare
10/04/2018 Roma. La mostra Canaletto 1697-1768, a cura di Bozena Anna Kowalkzyk, celebra, con il più grande nucleo di opere mai esposto in Italia, il 250° anniversario della morte dell'artista. A Palazzo Braschi fino al 19 agosto 2018. Il ritorno del Bucintoro al molo, il giorno dell'Ascensione, particolare

Chi vorrà vedere Canaletto in mostra dovrà dunque spostarsi a Roma per un’esposizione che annovera 42 dipinti del grande pittore, inclusi alcuni celebri capolavori e 9 disegni. Il percorso si snoda attraverso otto sezioni che raccontano il suo rapporto con il teatro, il capriccio archeologico ispirato alle rovine dell’antica Roma, i primi successi a Venezia, gli anni d’oro, il rapporto con i suoi collaboratori e l’atelier e la presenza del nipote Bernardo Bellotto (con alcuni precisi confronti tra le versioni di entrambi della stessa veduta), le vedute di Roma e dell’Inghilterra, gli ultimi fuochi d’artificio al ritorno a Venezia.

 

Dalla giovinezza tra Venezia e Roma come uomo di teatro e impetuoso pittore di rovine romane, al suo ritorno da Roma come stella nascente sulla scena delle vedute veneziane. Prosegue poi arrivando al successo internazionale, con le commissioni degli ambasciatori stranieri per le ampie tele che rappresentano le feste della Serenissima in loro onore - in mostra si può ammirare il magnifico Bucintoro di ritorno al Molo il giorno dell’Ascensione del Museo Pushkin - e l’entusiasmo dei turisti inglesi del Grand Tour.

 

Le opere in mostra provengono da alcuni tra i più importanti musei del mondo, tra cui il Pushkin di Mosca, il Jacquemart-Andrè di Parigi, il Museo delle Belle Arti di Budapest, la National Gallery di Londra e il Kunsthistorisches Museum di Vienna. Presenti anche alcune opere conservate nelle collezioni britanniche per le quali sono state appositamente create e altre dai musei statunitensi di Boston, Kansas City e Cincinnati. Tra i capolavori spiccano due opere della Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli di Torino: Il Canal Grande da nord, verso il ponte di Rialto, e Il Canal Grande con Santa Maria della Carità, esposti per la prima volta assieme al manoscritto della Biblioteca Statale di Lucca che ne illustra le circostanze della commissione e della realizzazione.

 

Una sala ricca di prestiti eccezionali - dal museo di Cincinnati e da collezioni private - è dedicata alle vedute di Roma che Canaletto realizza negli anni della maturità, sulla base dei propri disegni o delle stampe di Desgodets, Falda, Specchi e Du Pèrac, alcune delle quali raccolte negli album provenienti dal Museo di Roma. Nel novero dei dipinti, alcuni dei quali esposti per la prima volta in Italia, vanno menzionate le due parti di un’unica, ampia tela, raffigurante Chelsea da Battersea Reach, tagliata prima del 1802 e riunita in questa mostra per la prima volta. La parte sinistra proviene da Blickling Hall, National Trust, Regno Unito, quella destra dal Museo Nacional De Bellas Artes de la Habana, eccezionalmente concessa in prestito dal governo cubano.

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