La Loacker va a caccia di noccioleti nel Veneziano
MESTRE. Loacker cerca noccioleti nel Veneziano. La nota azienda dolciaria di Bolzano, che esporta i famosi wafer in oltre 100 paesi al mondo, vuole invertire le percentuali attuali di approvvigionamento delle nocciole. E intende puntare decisamente sul made in Italy. Attualmente Loacker necessita di 1. 300 tonnellate di nocciole annue per produrre le specialità di wafer, di pasticceria e cioccolato, che arrivano per il 75% dalla Turchia e solo il 15% dall’Italia.
Così l’azienda ha varato il progetto “Noccioleti italiani”, presentato l’altra sera alla Coldiretti di Venezia. La produzione di nocciole ha caratteristiche particolari in quanto la pianta, che ha una vita utile di oltre 50 anni, inizia a produrre solo a partire dal quinto anno e raggiunge il pieno raccolto a partire dall’ottavo. Da qui la collaborazione con Intesa Sanpaolo, che offre una linea di credito dedicata che è caratterizzata da un pre-ammortamento di durata particolarmente elevata (7 anni) su una durata complessiva di 12 anni. La Loacker propone un contratto di filiera con la durata minima di 15 anni, con la fornitura di materiale vivaistico, la consulenza agronomica, la pulizia, l’essicazione, lo stoccaggio con un ritiro garantito ad un prezzo minimo per la durata del contratto.
«Abbiamo organizzato questo incontro», spiega il direttore di Coldiretti Venezia, Giovanni Pasquali, «per dare alle nostre imprese un’opportunità di valutare una diversificazione in azienda». La varietà richiesta è la nocciola “romana tonda”, che si presta alle esigenze di produzione della pasta di nocciole, la prescrizione principale è relativa al terreno che deve essere capace di sgrondare le acque. «È positiva questa occasione di confronto e nuova opportunità di contratto di filiera offerta da Loacker che è in linea con la valorizzazione del made in Italy per cui Coldiretti sta lottando da anni», commenta il presidente di Coldiretti Venezia, Andrea Colla, «i nostri coltivatori hanno bisogno di spaziare e di provare nuove colture, ma chiediamo uno sforzo maggiore a Intesa Sanpaolo per poter realmente venire incontro con dei tassi agevolati».
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