La Lingua dei Segni a scuola per abbattere i pregiudizi

L’8 aprile raccolta fondi a Palazzo Zenobio con un concerto di musicisti della Fenice  

VENEZIA. Nella scuola elementare Renier Michiel e alle medie musicali della Dante Alighieri ci si diverte un sacco.

In queste classi infatti non si parla soltanto con la voce, ma anche con il corpo, utilizzando la Lingua dei Segni (Lis). Qui i piccoli non conoscono pregiudizi, crescono imparando che ci sono diversi linguaggi e con un grande rispetto delle differenze. La parola più bella che tutti chiedono e imparano subito è «amico». Si dice unendo i due anelli che si formano quando il pollice e l’indice delle mani si toccano. E se qualcuno ti chiedi dove abiti si mima la voga perché questa è la caratteristica della città. Ognuno nella Lis ha un suo nome segno: ci sono Eva la Nuvola e Beatrilly il folletto e tantissimi altri.



Il progetto Lisabilità (vedi pagina FB) verrà presentato l’8 aprile alle 18.30 al Collegio degli Armeni di Palazzo Zenobio. In questa occasione alcuni importanti musicisti del Teatro La Fenice suoneranno dei brani classici (alcuni tradotti in Lis) per raccogliere fondi e donarli alle scuole. Lo scopo è promuovere sempre di più l’iniziativa nata sei anni fa in una classe dove c’era un bambino che presentava una forma di autismo, nota come Sindrome dello Specchio. All’epoca i genitori del piccolo per caso conobbero Giulia Quartana, laureata all’Università Ca’ Foscari in Lingua dei Segni. Proposero alla maestra Maria Croff e, quando lei andò in pensione ad Alice Penzo, un laboratorio a scuola che non solo durò fino alla quinta, ma quest’anno prosegue nella prima media musicale della Dante Alighieri. Oggi il bambino è in grado di relazionarsi con i compagni attraverso la Lis. A giugno i ragazzi della prima media racconteranno la storia che hanno scritto, Il pavone e l’elefante, o con una rappresentazione o con delle canzoni, utilizzando la Lis. Nel frattempo l’esperienza si è diffusa tanto da raggiungere circa nove classi elementari e due delle medie: «I bambini che imparano la Lis acquisiscono un grande senso del rispetto» spiega Quartana che, con la collega Beatrice Giuliano, coordina la ventina di tirocinanti di Ca’ Foscari che vanno nelle classi «Sviluppano una grande solidarietà e imparano la ricchezza di conoscere un altro linguaggio».

L’associazione ha però bisogno di fondi per sopravvivere . L’occasione è il concerto (info Giulia 3384961404) o un supporto chiedendo l’Iban a info@lisabilita.it. —

Vera Mantengoli


 

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