La Liga vota contro il commissariamento voluto da Salvini

Tredici sì e 3 no al documento presentato dal segretario Tosi. Nel pomeriggio l'incontro a Milano tra Salvini e il sindaco di Verona era andato male. Assenti alla riunione di  Padova Zaia e Bitonci
Finita ogni intesa tra Flavio Tosi e Matteo salvini
Finita ogni intesa tra Flavio Tosi e Matteo salvini

VENEZIA. Il Consiglio nazionale della Liga Veneta, a maggioranza (13 si e soli 3 no), ha votato un documento proposto dal segretario nazionale Flavio Tosi che ribadisce l’autonomia della Liga veneta a decidere liste e candidature in vista delle elezioni regionali del 10 maggio. Respingendo seccamente le decisioni assunte dal Consiglio federale di via Bellerio solo lunedì.

Che si sarebbe messa storta per i «lealisti» s’è capito alle 22,40, quando il commissario ad acta, scelto da Salvini per blindare candidature liste e alleanze elettorali della Lega Nord in Veneto (e quindi Luca Zaia contro il nemico interno Flavio Tosi), se n’è andato scuro in volto senza rilasciare dichiarazioni. Dentro, nella sede nazionale della Liga Veneta si consumava il pronunciamento a larga maggioranza in favore del segretario veneto. Contro di lui solo il veronese Sandro Paternoster e i trevigiani , Dimitri Coin e Cristiano Paro. I tosiani sono stati compatti a fianco del leader.

Tosi: "Se insistono con commissariamento lascio la Lega". «Se il Consiglio federale della Lega mantenesse la posizione del commissariamento valuterei le dimissioni da segretario della Liga Veneta. Poi a quel punto liberi tutti». Lo ha detto Flavio Tosi a «24 Mattino» su Radio 24.

Salvini: "Ho già lasciato fin troppo tempo, si parte con Zaia"
Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord

«Se venisse portata avanti la linea del commissariamento la frattura sarebbe irreparabile - ha detto Tosi -. Spero che loro rivedano questa decisione presa, una decisione sbagliata». Sull’ipotesi di candidarsi a governare il Veneto il sindaco di Verona afferma: «Io sono stato da sempre fin troppo leale e corretto, quindi ho sempre sostenuto la candidatura di Zaia. L’ho fatto anche lunedì scorso, salvo poi essere commissariato. Ora, se ci fosse una frattura ognuno poi deciderebbe liberamente. Ma se così fosse non avremmo certo provocato noi la situazione, noi abbiamo chiesto solo un diritto scritto nell’art. 39 dello Statuto della Lega, cioè fare le liste. Se loro portano avanti questa frattura, allora ognuno può fare quel che vuole. Posso rimanere sindaco, ritirarmi in seminario o anche candidarmi a governatore».

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