La giunta punta un milione sullo sviluppo del wi-fi

Saranno sviluppate la rete a banda larga con nuovi apparati e la cablatura Ma una norma del “decreto del fare” rischia di penalizzare bar e alberghi

Wi-fi comunale, la giunta Orsoni conferma il nuovo investimento da 1 milione e 100 mila euro per lo sviluppo in città della rete a banda larga, potenziandone la dorsale cittadina e puntando alla cablatura. Il piano comunale prevede l’estensione della rete a banda larga per l’interconnessione delle sedi di Actv, Avm e Alilaguna, con nuovi collegamenti (in fibra ottica o wireless) di 34 sedi delle aziende tra terraferma, centro storico e isole.

E poi l’estensione della rete wi-fi in Canal Grande e centro storico, con l’installazione di 23 nuovi apparati wi-fi. Infine, l’adeguamento della rete degli hot spot per l’internet gratuito ai cittadini del Comune e agli utilizzatori della città (lavoratori, professionisti, studenti) con 15 nuovi apparati da distribuire in terraferma e potenziando gli esistenti.

Un piano da 1 milione e 100 mila euro che trova conferma, assicura l’assessore comunale Gianfranco Bettin, nonostante le pessime notizie contenute nella bozza del decreto del fare del governo Letta e che elimina la liberalizzazione del wi-fi in Italia. «Confermiamo l’investimento perché le nuove norme sulla tracciabilità indicate nel decreto non mettono in discussione il nostro progetto pubblico. Noi tracciamo con la registrazione tutti gli utenti del servizio. I problemi li avranno purtroppo i privati». Verifiche sono state eseguite da Venis Spa, la società strumentale del Comune di Venezia per l’Informatica, che andrà a realizzare i nuovi punti hot spot della rete internet comunale che ad oggi conta 48.500 utenti registrati al servizio, e di cui vanno migliorate qualità e diffusione nelle aree pubbliche.

Tremano, invece, tutti i titolari di bar, ristoranti, esercizi commerciali e alberghi che potrebbero perdere il servizio di wi-fi gratuito concessi ai loro clienti. Le norme restrittive contenute nel decreto governativo rischiano di rendere impossibile a commercianti ed esercenti di garantire la tracciabilità delle connessioni dei clienti. «Bastava un registro dei punti di libero accesso, non servivano interpretazioni così restrittive e impraticabili. Se lo si fa per garantire sicurezza, ricordo che l’America di Obama, che ha più problemi di sicurezza dell’Italia, garantisce ovunque l’internet libero. Insomma, altro che paese di innovatori», commenta arrabbiato Michele Vianello, ( Vega) ed esperto di internet. Critico pure Bettin: «Tutti dicono che è un errore. La rete oggi è essenziale per l’esercizio dei diritti di cittadinanza e il suo sviluppo concorre al superamento del digitale divide sul nostro territorio. Noi andiamo avanti».

Mitia Chiarin

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