La gestione del gattile affidata alle carte bollate

Disputa tra i volontari della struttura di Forte Marghera e l’associazione Dingo Di mezzo spese per 50 mila euro. A rimetterci sono i 150 felini: destino a rischio
Di Gian Nicola Pittalis

Finirà a carte bollate la questione della colonia di gatti a Forte Marghera. Infatti, lunedì, l'associazione Dingo, guidata dalla segretaria Gabriela Sanna e dalla vicepresidente Marilena De Langes, si è presentata ai volontari de-tesserati rappresentati da Andrea Venerando, per avere copia delle chiavi dei locali. Ma entrambe le parti si sono tutelati attraverso un legale.

La questione risale a due anni fa, quando un gruppo di volontari, tesserati con Dingo, ha iniziato a occuparsi dei circa 150 felini del Forte. I gatti del Forte costituiscono una colonia formatasi in libertà. Non essendo, dunque, un gattile (l’unico in Comune è a Malamocco) i volontari hanno provveduto autonomamente ad acquistare cibo, medicinali e a fornire cure necessarie. Il punto critico sta esattamente in questo. I volontari lamentano una spesa di circa 50.000 euro e chiedono alla Dingo un contributo. L’associazione replica che non solo non ci sono fondi, ma che, a parte due portavoce, nessuno dei ragazzi si è mai presentato al consiglio direttivo dell’associazione per motivare le scelte di volontariato o relazionare sulle attività.

Da questo la richiesta delle chiavi, il ritiro delle tessere e l’intenzione di insediare nuovi volontari. Alla fine il passaggio di consegne non c’è stato, dal momento che ora parleranno i legali, ma di fatto né l’associazione né i ragazzi possono vantare diritto sulla colonia, dal momento che il Comune non ha mai dato incarico ufficiale ad alcuno ma ha tenuto la situazione in sospeso.

Lunedì gli animi si sono scaldati e non è mancato chi ha alzato la voce. «Chiediamo di poter continuare a svolgere le nostre attività», dice Venerando, «dal momento che i risultati sono riconosciuti da tutti. I gatti non sono di proprietà; la loro tutela è affidata a coloro che se ne prendono cura. Ci hanno revocato il rinnovo ma manca qualsiasi legittimazione in capo all'associazione per la “detenzione” dell'area. Di questo il Comune ne è consapevole».

Pronta la replica della Dingo. «Il consiglio direttivo da tempo», dice la vicepresidente De Langes, «ha sottolineato la mancanza di rapporti e comunicazione. Abbiamo chiesto più volte di incontrarli uno ad uno. Noi e l’Enpa, come associazioni riconosciute, dobbiamo tutelare non solo gli animali ma anche, a livello assicurativo, i volontari: ma come possiamo farlo se non li conosciamo? Per questo la decisione di ritirare le tessere».

Il problema di fondo resta e si spera si risolva presto. Non esiste alcun incarico ufficiale affidato e, nel frattempo, la sorte dei mici resta un enorme punto interrogativo.

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