La “Fucina degli angeli” diventa ristorante

Nello storico atelier del maestro vetraio Costantini, in calle della Corona, apre l’Antica Sacrestia
INTEPRESS7GF.TAGLIAPIETRA. NUOVO RISTORANTE "ANTICA SACRESTIA", IL TITOLARE.
INTEPRESS7GF.TAGLIAPIETRA. NUOVO RISTORANTE "ANTICA SACRESTIA", IL TITOLARE.

Lì dove c’erano le opere d’arte in vetro ora ci sono i forni per la pizza, lì dove il maestro riceveva i suoi estimatori ora si affaccendano i cuochi, lì dove passava Picasso per fare due chiacchiere ora sono attesi i veneziani. L’Antica Sacrestia, marchio storico della ristorazione lagunare, apre oggi la sua nuova sede in calle della Corona, dietro campo Ss.Filippo e Giacomo, negli spazi che fino a qualche anno fa erano occupati dalla Fucina degli Angeli di Egidio Costantini.

Travi di legno recuperate sotto il cartongesso, mattoni a vista, due porte d’acqua, cinque sale interne, una corte privata e l’eco della storia che racconta come tutto cambi. Artefice del recupero dello spazio e della sua trasformazione l’imprenditore Giuseppe Calliandro che, dopo due anni di restauri, ripropone nell’ex Fucina il suo locale storico che fino a ieri era a pochi metri di distanza.

Difficile reggere il confronto con il passato che fu. Per questo il ristoratore ha decorato il locale come fosse un galleria disseminandolo di opere d’arte che, diciamo, si notano. Un’imponente tela dedicata alla figura di San Francesco, realizzata ad hoc e completata in situ dall’artista Giuseppe Frascaroli. E ancora, due grandi tele dedicate a Venezia del pittore americano Tom Parish: “Sereno” e “Miracoli” , già esposte nel 2012 nella mostra personale dell’artista al Museo di Sant’Apollonia.

Calliandro, proprietario del locale da quasi vent’anni, ha scelto di puntare sulla ristorazione di qualità ma anche sulla pizza, e ancora di più sull’atmosfera. Circa 180 coperti distributi su una superficie di 300 metri quadrati che può contare anche su uno spazio all’aperto pert la bella stagione.

«Nel realizzare questo restauro – spiega Giuseppe Calliandro - ho pensato alle tante persone che vogliono portarsi dietro Venezia anche quando entrano in un irstorante, e non lasciarla fuori dalla porta come ogni tanto avviene. In quetso posto ho trovato la giusta collocazione per qualcosa di molto veneziano».

Già nel Settecento l’edificio ospitò l’osteria alla Corona per poi diventare, due secoli più tardi, l’atelier di Costantini frequentato da Max Ernst, Pablo Picasso, Marc Chagall. Ma questa è un’altra storia.(m.pi.)

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