La Fondazione di Venezia vende la sede ma Ca’ Foscari chiede una nuova perizia

Palazzo in vendita per 16 milioni: l’accordo di massima c’è, con l’alienazione l’istituto “blinderebbe” il bilancio 2022

Enrico Tantucci

VENEZIA. Va avanti spedita la trattativa tra l’università di Ca’ Foscari e la Fondazione di Venezia per l’acquisto del palazzo di Rio Novo, dove ha sede in laguna l’istituzione guidata da Michele Bugliesi, predecessore di Tiziana Lippiello alla guida dell’ateneo veneziano. Già affidato dalla rettrice il servizio di redazione della perizia di stima del più probabile valore di mercato dell’immobile.

L’interesse di Ca’ Foscari per il palazzo della Fondazione di Venezia era emerso già in occasione dell’inaugurazione dell’ultimo anno accademico. «Cerchiamo un palazzo con quelle caratteristiche» aveva detto allora la rettrice «ma l’operazione non si è conclusa».

Per Ca’ Foscari la collocazione dell’edificio è strategica per i suoi corsi e dipartimenti e se l’affare, come sembra probabile, andrà a buon fine, qui sarebbero collocate nuove aule e servizi pere le lauree umanistiche e anche una nuova biblioteca, perché la Baum, la Biblioteca di area umanistica della vicina sede del Palazzo Marcorà Malcanton, è ormai vicina alla saturazione.

Ma Ca’ Foscari vuole lo “sconto” rispetto ai 16 milioni di euro che la Fondazione di Venezia chiedeva ancora un anno fa quando aveva lanciato un avviso pubblico per raccogliere offerte d’acquisto, che non era poi andato a buon fine.

Una somma che è circa il doppio di quanto sarebbe stato incassato con la cessione agli americani del Berggruen Institute della Casa dei Tre Oci della Giudecca. Ma per evitare speculazioni di tipo alberghiero la Fondazione di Venezia aveva fissato dei paletti molto rigidi agli usi e alle trasformazioni possibili per l’edificio e anche per questo non era riuscito a venderlo.

Ma quegli usi sono invece perfettamente compatibili con quelli previsti da Ca’ Foscari che proprio per questo ha chiesto una propria perizia sul reale valore di mercato dell’immobile per poi presentare un’offerta.

È singolare che gli attori della trattativa siano il rettore attuale e quello precedente dell’ateneo veneziano, che aveva tra l’altro voluto la professoressa Tiziana Lippiello al suo fianco come prorettrice.

Per la Fondazione di Venezia la vendita del palazzo di Rio Novo sarebbe altrettanto strategica che per Ca’ Foscari, soprattutto da un punto di vista economico.

Il bilancio consuntivo 2021 è stato infatti recentemente chiuso con un avanzo di esercizio di circa 11 milioni di euro, su cui molto ha influito la plusvalenza derivante dalla cessione della Casa dei Tre Oci. La vendita della sede di Rio Novo sistemerebbe anche il bilancio del 2022. Il palazzo di Rio Novo, già sede della Sade e dell’Enel, è dal 2002 la nuova sede della Fondazione di Venezia.

Realizzato tra il 1952 e il 1961 con il coinvolgimento nel progetto di architetti lombardi quali Luigi Vietti e Cesare Pea, è un unicum nel tessuto edilizio veneziano per dimensioni e articolazione dei fronti in vetro e cemento, pensato con tutti i materiali costruttivi a vista.

L’edificio si articola complessivamente su cinque piani (più interrato) per una superficie totale lorda complessiva che sfiora i 3.500 metri quadrati. Il presidente Bugliesi ha già dichiarato, che anche vendendo il palazzo, com’è sua intenzione, la Fondazione di Venezia non lascerà comunque a città d’acqua, ma cercherà una sistemazione più piccola e funzionale sempre in laguna.

L’acquisizione da parte dell’ateneo invece si inquadrerebbe nella nuova politica edilizia adottata da Ca’ Foscari con il Piano strategico da poco presentato, e che prevede tra l’altro il rafforzamento della sede staccata di Treviso e la realizzazione di un nuovo campus universitario al Lido nell’ex caserma Pepe, con un progetto in via di definizione, per rendere sempre più massiccia la presenza universitaria a Venezia, come possibile alternativa alla monocultura turistica.

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