La Finanza al call center in 26 lavoravano in nero

Blitz a Torre di Mosto. Gli operatori gestivano la vendita di tappeti di due aziende I militari hanno scoperto anche altri dieci irregolari in un bar a San Donà

TORRE DI MOSTO. Lavoro in nero, due operazioni della Finanza tra Torre di Mosto e San Donà. Nella prima hanno scovato ben 26 lavoratori in nero in un call center, e altri dieci in un bar con spazio all’aperto e tavolini a San Donà. Le fiamme gialle hanno concluso i controlli a carico di due società, entrambe gestite da un imprenditore residente a Torre di Mosto. Si occupano della vendita a domicilio di tappeti. Per organizzare gli appuntamenti con la clientela, le due imprese si appoggiavano a un “call center” interno. E proprio su questa struttura si sono concentrate le verifiche dei finanzieri della compagnia di San Donà.

I militari hanno effettuato vari sopralluoghi e appostamenti, scoprendo come il numero dei soggetti che quotidianamente si recavano al lavoro fosse di gran lunga superiore al numero degli assunti. Sono dunque entrati nei locali e accertato la presenza di numerosi lavoratori impegnati al telefono per fissare gli appuntamenti a domicilio. Una volta all’interno, i finanzieri hanno posto varie domande agli addetti sul loro profilo d’impiego. Le risposte del personale non collimavano con la documentazione ufficiale tenuta a fini fiscali, previdenziali e assicurativi delle due imprese. Si è così delineato un quadro di complessiva irregolarità, ormai dal 2011, dei rapporti di lavoro.

L’intera articolazione aziendale faceva ricorso generalmente a ragazzi e ragazze giovani, assunti in nero o comunque in modo irregolare. E gli stessi dipendenti erano all’oscuro persino del cambio di datore di lavoro, all’inizio del 2016, che aveva comportato il passaggio nella gestione del call center da una società all’altra. In tutto 26 le persone impiegate in nero e altre 8 assunte o retribuite in maniera irregolare. Le paghe ufficialmente attribuite erano inoltre inferiori al 20% dell’importo realmente corrisposto “fuori busta”, pertanto in violazione degli obblighi fiscali e previdenziali. Il sommerso accumulato negli anni è stato circa 410.000 euro. La documentazione è a disposizione della Direzione Territoriale.

Sempre per tutelare i giovani in cerca di occupazione, la finanza ha accertato l’impiego di altri 10 lavoratori in nero in un bar con dehors molto frequentato in centro che ora dovrà vedersela con il Fisco, anche qui dopo che i gestori avevano violato ogni normativa fiscale e previdenziale nei confronti dei lavoratori in nero e cambiati a più riprese.

Giovanni Cagnassi

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia