«La figlia non può tenerla ma non l’ha abbandonata»

Il legale dei familiari: «La casa è troppo piccola e le scale sono un problema Dovrebbe farsene carico il Comune. Ora ha sicuramente diritto al sussidio»
Di Alice Ferretti
Rapinatore scaricato morto all'ingresso dellOspedale di Piove di Sacco. L'ingresso dell'Ospedale. Malaman.
Rapinatore scaricato morto all'ingresso dellOspedale di Piove di Sacco. L'ingresso dell'Ospedale. Malaman.

CAMPAGNA LUPIA. «Non è vero che la figlia ha abbandonato in ospedale la mamma anziana, la situazione è più complicata di quello che sembra». A parlare è Emanuele Compagno, avvocato della figlia di Natalina Donolato, l’ottantacinquenne che ormai da più di dieci mesi vive all’ospedale di Piove di Sacco, non avendo altro posto dove andare.

L’anziana infatti, dopo essere stata ricoverata nel marzo scorso per un attacco cardiaco, non è mai più uscita dalla struttura ospedaliera, nonostante le sue condizioni di salute glielo permetterebbero. Il motivo? Lei non ha più una casa, in quella della figlia non può andare e per pagare una casa di riposo non ha i soldi. In più per il Comune non avrebbe le caratteristiche per il mantenimento integrale.

«Quello che mi preme innanzitutto sottolineare è che non è che la mia assistita non vuole la madre in casa, ma purtroppo non ci sono le condizioni per poterla ospitare», sostiene il legale. «L’abitazione, che è una casa a schiera a Campagna Lupia, è piccola e ha diverse scale. La figlia non se la sente di far venire a vivere la mamma anziana in queste condizioni. Oltre al fatto che neppure quest’ultima vuole andare a vivere dalla figlia e dal marito».

Nonostante questo l’avvocato spiega che la donna sarebbe molto attaccata alla mamma anziana, a cui riserverebbe diverse attenzioni. «Va a farle visita in ospedale almeno due volte la settimana, le lava e le stira le sue cose, le porta da mangiare, la chiama tre volte al giorno. Fa tutto quello che può per farla stare bene», continua l’avvocato Compagno. «È la figlia stessa che ha attivato l’amministratore di sostegno, cosa che di solito dovrebbe fare il Comune».

E proprio il Comune, in questa storia piuttosto paradossale, riveste un ruolo importante: «Per legge spetta al Comune farsi carico del problema. Dovrebbero innanzitutto redarre una nuova scheda di valutazione sull’anziana, le cui condizioni fisiche ed economiche sono peggiorate negli anni. Adesso sicuramente avrebbe diritto a un sussidio».

Nel frattempo, dall’ospedale starebbe arrivando il conto del soggiorno che secondo la figlia sarebbe ingiustificato: «Quest’estate è arrivata alla figlia un’ingiunzione di pagamento di 12 mila euro, ma in realtà le spese dovrebbero avere azione diretta sull’anziana e non sulla figlia. Per questo noi impugneremo questa ingiunzione e le prossime se eventualmente arriveranno».

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