La Fenice dovrà risarcire altri sei precari

Per dieci lavoratori sui tredici che avevano presentato il ricorso la Fenice dovrà pagare dodici mensilità ognuno. A deciderlo sono state le giudici del lavoro del Tribunale di Venezia Paola Ferretti, Margherita Bortolaso e Anna Menegazzo, ognuna delle quali aveva alcune delle cause in questione. Ma i dieci - sono orchestrali e coristi - sembrano intenzionati a rinunciare alla considerevole cifra per presentare appello contro le sentenza, in modo da ottenere la riassunzione. Questo, per tutti, infatti, era l’obiettivo al quale puntava il loro legale, l’avvocato vicentino Tiziana Lamarina.
I tre magistrati non hanno ancora depositato le motivazioni che le hanno spinte a questa decisioni, ma è evidente che non avrebbero potuto ordinare l’assunzione a tempo indeterminato dei dieci lavoratori a causa dell’articolo 40, comma 1 bis, del così detto «Decreto del fare» varato lo scorso anno dal governo di Matteo Renzi. «L'articolo 3 della legge 29 2010 numero 100 (la legge Bondi)», si legge nella norma, «si interpreta nel senso che alle fondazioni, fin dalle loro trasformazioni in soggetti di diritto privato, non si applicano le disposizioni di legge che prevedono la stabilizzazione del rapporto di lavoro come conseguenza della violazione delle norme in materia di stipulazione di contratti di lavoro subordinato a termine, di proroga o di rinnovo dei medesimi contratti». Chiaro, dunque, che la Fenice e gli altri teatri italiani non possono assumere a tempo indeterminato neppure coloro che hanno lavorato per il teatro con contratti a tempo determinato.
I dieci ricorrenti, comunque, rinunciano ad incassare le 12 mensilità e hanno annunciato di presentare appello, anche considerando che ci vorranno forse due o tre anni, perché la Corte d’appello di Firenze, affrontando una causa del tutto simile per i lavoratori del maggio fiorentino, ha chiesto alla Corte costituzionale di pronunciarsi proprio sulla incostituzionalità dell’articolo 40 rivolto alle ex fondazioni liriche. Nel caso venisse cancellato dai giudici della Consulta, la decisione che li riguarda sarebbe scontata, dovrebbero essere assunti in pianta stabile. Nel caso la Corte decidesse il contrario, avrebbero le loro 12 mensilità, anche se due o tre anni dopo le sentenze di questi giorni. Ma è probabile che quei soldi non li vedrebbero subito comunque perché l’avvocato Andrea Bortoluzzi, legale della Fenice, penserà a presentare appello contro le sentenze che hanno dato torto alle tesi portate avanti dal teatro veneziano.
Giorgio Cecchetti
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