La Fenice aspetta ancora il nuovo sovrintendente
Chiarot è ormai alla guida del Maggio Fiorentino, ma figura anche a Venezia Senza stipendio e senza più la firma attende che Brugnaro scelga il successore
Interpress/Mazzega Pivato Venezia, 20.05.2015.- Teatro La Fenice "Norma".-
La Fenice e il sovrintendente “fantasma”. Cristiano Chiarot ha ufficialmente salutato il teatro veneziano un mese fa per andare alla guida del Maggio Musicale Fiorentino, presentando quella che ha definito l’ultima conferenza stampa di presentazione di una stagione della Fenice.
Ma se Chiarot è “volato” a Firenze per il suo nuovo incarico, è ancora formalmente anche il sovrintendente della Fenice.
Non percepisce più lo stipendio, ha lasciato il potere di firma al direttore generale Andrea Erri, ma - situazione davvero insolita per le fondazioni liriche italiane - è di fatto sovrintendente in contemporanea di due di esse: Firenze e appunto anche Venezia. Tanto che sarà lui questa sera a inaugurare con i vertici di Assicurazioni Generali all’opera totale “Felix Dna” di Fabrizio Plessi all’interno del teatro veneziano.
Questa strana situazione è legata alle mancate scelte del sindaco di Venezia Luigi Brgnaro che è anche di diritto presidente della Fondazione Teatro La Fenice. Brugnaro ha vissuto piuttosto male il «trasloco» fiorentino di Chiarot, di fatto caldamente sollecitato e quasi “imposto” dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, per dare una mano al Maggio Musicale in forti difficoltà gestionali. Ma ha ottenuto la «coabitazione» veneziana di Chiarot fino a quando non avesse trovato un suo successore. Che in realtà ci sarebbe già, il direttore artistico Fortunato Ortombina, che già sta lavorando alla programmazione della prossima stagione della Fenice.
Ma Brugnaro - che non ama suggerimenti nelle scelte di sua competenza - non ha ancora fatto la scelta più logica (e anche più economica) per la Fenice e tergiversa. E così Chiarot - che ha dato a suo tempo la disponibilità a gestire il “trapasso” fino alla nomina del suo successore - è in qualche modo ancora alla Fenice, anche se di fatto non c’è più.
Una situazione di scarsa chiarezza che oggettivamente non può durare ancora a lungo per un teatro in cui non si capisce più chi comanda veramente e che non può vivere solo di ordinaria amministrazione. A risolverla non può che essere Brugnaro, perché è chiaro che la «sovrintendenza-ombra» di Chiarot non può più durare a lungo.
Enrico Tantucci
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