La Farnesina: «I combattenti italiani in Ucraina commettono reato». Il legale di Schiff: «Errato, Giulia non è mercenaria»

Nota del Ministero degli Esteri sui connazionali partiti per combattere a fianco del popolo ucraino. Ma l’avvocato Strampelli smentisce: “Nessun rischio per chi si arruola per difendere uno Stato estero”

Rubina Bon

MIRA. La Farnesina mette in guardia gli italiani che sono partiti per combattere in Ucraina: “Tali condotte possono essere considerate penalmente rilevanti”, si legge nella nota del Ministero degli Esteri che aggiunge: “Si ribadisce, a tutela della sicurezza dei cittadini italiani, l'assoluto sconsiglio a recarsi nel Paese”. Un messaggio diretto anche a Giulia Schiff, la 23enne di Mira che si trova nei pressi di Kiev per combattere come volontaria nelle forze speciali della Legione Internazionale. Ma il suo avvocato Massimiliano Strampelli respinge gli avvertimenti del Ministero e precisa: “La nota della Farnesina non riguarda la mia assistita Giulia Schiff. Infatti per la legge italiana sono punibili unicamente le condotte di mercenariato (art. 3 l.210/95 ) o quelle di reclutamento non autorizzato nello Stato Italiano. In questo caso solo gli organizzatori infatti sono punibili (a norma degli articoli 244 e 288 c.p.) e non chi si arruola unicamente per difendere uno Stato estero”.

Un appello di Giulia Schiff per la pace in Ucraina tratto dal suo profilo Instagram
Un appello di Giulia Schiff per la pace in Ucraina tratto dal suo profilo Instagram

Continua a far parlare la scelta di Giulia Schiff di partire per l’Ucraina – documentando la sua missione per conto della trasmissione tv le Iene di Mediaset – dopo essere stata protagonista negli anni scorsi di presunti casi di nonnismo tra piloti all’Accademia dell’Aeronautica. Fatti sui quali si aprirà a maggio, salvo ulteriori rinvii, il processo penale davanti al giudice del tribunale di Latina. Il primo servizio tivù sulla giovane mirese è andato in onda mercoledì in prima serata. Giulia, giacca mimetica, nastrino giallo e azzurro tra i capelli, l’unica donna del gruppo di “foreign fighters”, aveva raccontato: “Mi sento male quando vedo che bombardano ospedali, scuole. Sono cosciente del pericolo e del fatto che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo. Il nostro gruppo è stato coinvolto in un bombardamento, due ragazzi sono morti. Ma io sono qui perché non voglio che ci sia la guerra. Non sono qui per vincere, ma per aiutare i più indifesi. Sono sempre in allerta, giro con i lacci emostatici. Resterò fino alla fine della guerra. Siamo tutti uguali, non c’è Italia e Ucraina, ci sono solo persone”.

Anche probabilmente sulla scia del clamore mediatico raggiunto da Giulia Schiff nelle ultime ore con la “missione” in Ucraina, la Farnesina ha ritenuto doveroso specificare quali potrebbero essere i rischi penali in cui incorrono gli italiani che decidono di arruolarsi all’estero, citando gli articoli 244 – “Atti ostili verso uno Stato estero che espongono lo Stato italiano al pericolo di guerra” –  e 288 – “Arruolamente o armamenti non autorizzati a servizio di uno Stato estero” – del codice penale. Tanto che la nota ministeriale inizia chiarendo che la presa di posizione arriva “In merito alle notizie apparse su alcuni organi di informazione relative alla partecipazione di cittadini italiani al conflitto in Ucraina”. 

Intanto Giulia dall’Ucraina pubblica sulle sue stories di Instagram appelli a donare beni per il popolo ucraino e inviti a pregare per la pace in quel Paese, ma anche video in cui mostra che, nel suo zaino da Mira, si è portata anche la Costituzione che le aveva regalato il Comune.

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