La Farnesina conferma: "Silvano Trevisan è stato ucciso"
SAN STINO. Silvano Trevisan, l'ingegnere italiano 69enne, originario di San Stino di Livenza, rapito tre settimane fa nel nord della Nigeria, è
morto. Lo ha confermato il nostro Ministero degli Esteri, dopo aver visionato un nuovo video trovato su Youtube in cui il corpo del tecnico rapito è facilmente riconoscibile. L'esecuzione era stata rivendicata sabato, da Ansaru, una costola dei jihadisti di Boko Haram.
''Nessun intervento militare volto a liberare gli ostaggi è mai stato tentato da parte dei Governi
interessati, per i quali l'incolumità dei loro cittadini tenuti sotto sequestro è sempre stata la priorità assoluta''. Lo precisa la Farnesina. "Le verifiche effettuate in coordinamento con gli altri Paesi interessati ci inducono a ritenere che sia fondata la notizia dell'uccisione degli ostaggi sequestrati il mese scorso in Nigeria'', spiega in una nota la Farnesina. ''Si tratta - prosegue la nota - di un atroce atto di terrorismo, contro il quale il Governo italiano esprime la più ferma condanna e che non può trovare alcuna spiegazione, se non quella di una violenza barbara e cieca''.
''Siamo in contatto con la Farnesina, ci stanno confermando le stesse cose che sono state diffuse ai giornalisti''. Lo ha detto il nipote di Silvano Trevisan, figlio della sorella Olinda, che abita nel mantovano. Il parente non ha voluto aggiungere altro, chiedendo un po' di riserbo per il triste momento che sta vivendo la sua famiglia. ''Mia madre non se la sente di parlare - ha aggiunto il giovane
- Oltre al dolore non sta neanche bene''. L'ultima volta che Trevisan era stato in Italia, a quanto
risulta al nipote, risale ad una decina di anni fa e aveva trascorso un mese di vacanza proprio nella cascina agricola della sorella Olinda che ha 73 anni.
Con Trevisan erano stati rapiti altri sei lavoratori stranieri. A compiere il rapimento era stato un gruppo di uomini armati nel nord della Nigeria, a Jamaare, nello stato settentrionale di Bauchi. L'attacco era stato preceduto da un assalto a una stazione di polizia e poi da una bomba esplosa vicino al posto polizia di guardia al compound della Setraco. Dopo l'esplosione della bomba i poliziotti e alcune guardie private erano uscite dal compound e uccise dai colpi di kalashnikov dei terroristi: una dozzina le vittime, tra poliziotti e guardie di sicurezza.
In un comunicato inviato a diversi giornalisti via email, il gruppo aveva confermato a febbraio di "tenere in ostaggio sette stranieri che lavorano per la Setraco" e di aver compiuto il sequestro a causa delle "violazioni e atrocità perpetrate contro la religione di Allah dai paesi europei in molte nazioni, tra le quali Afghanistan e Mali".
Fondato nel 2012, Ansaru è un'ala del gruppo terroristico Boko Haram, accusato di centinaia di omicidi dal 2009 e di violenti attacchi alla comunità cristiana residente nel Paese. Le operazioni di Ansaru in Nigeria sarebbero coordinate con quelle della cellula in Mali di al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) e con il Movimento per l'unità e il jihad in Africa occidentale (Mujao). "Non si conosce" il numero degli uomini del gruppo, nè si conosce il loro leader, ha detto all'Adnkronos Marco Diliddo, analista responsabile del desk Africa al Centro Studi internazionale (Ce.Si). Ansaru a dicembre è stata inserita dal governo britannico nella lista delle organizzazioni terroristiche. Il nome completo del gruppo è Jamat 'Ansar' Musilimina fi bilad Sudan' e significa 'Avanguardia per la protezione dei musulmani in Africa nera'. Londra ritiene che il gruppo sia legato anche al sequestro di Chris Mcmanus e Franco Lamolinara, rapiti nel nord della Nigeria nel maggio 2011 e morti durante il blitz per la loro liberazione dieci mesi più tardi.
Il movimento è salito alla ribalta dei media occidentali recentemente con il rapimento di un cittadino francese, Francis Colump. Secondo le informazioni dell'intelligence britannica, il gruppo ha coordinato in passato insieme all'Aqmi e ai Mujao anche alcune operazioni anche nel nord del Mali.
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