La donazione di sangue si ordinerà per telefono

I dati dell’Avis: aumentano i volontari, diminuisce (di poco) la quantità di sacche Dal 2014 l’Ufficio chiamate calibrerà le esigenze in base al gruppo sanguigno
Di Simone Bianchi
mestre: ospedale all_ angelo, studenti ist. berna per visita avis. - Un ragazzo del Berna fa le analisi per diventare donatore
mestre: ospedale all_ angelo, studenti ist. berna per visita avis. - Un ragazzo del Berna fa le analisi per diventare donatore

Cresce il numero di donatori di sangue in provincia di Venezia, ma cala leggermente la quantità di sacche raccolte. E dal prossimo anno sarà introdotta la novità dell’ufficio chiamate, per calibrare nel miglior modo le esigenze in base al gruppo sanguigno di cui c’è maggior necessità negli ospedali. Sono queste le note caratterizzanti del bilancio di fine anno dell’Avis. 12.312 le sacche fino al 30 novembre, con una proiezione di fine anno che dovrebbe attestarsi a quota 13.500. Si parla solo di attività associativa e in questo numero sono comprese le 5.370 sacche derivate dalle attività domenicali di piazza.

Il dato è più o meno in linea con quello del 2012, così come quello delle sacche di plasma (2.068), mentre a fare la differenza è quanto viene raccolto in ambito pubblico, nei centri trasfusionali ospedalieri, dove si registra un calo del 3 per cento rispetto all’anno precedente. Complessivamente, in tutta la provincia, tra attività avisina e centri trasfusionali, il totale di sacche di sangue raccolte ha finora raggiunto quota 43 mila.

«Abbiamo notato come, alla tradizionale diminuzione di donazioni nel periodo estivo, ce ne sia stata una anche a novembre e, per ora, dicembre», osserva Giorgio Gobbo, responsabile del Servizio provinciale di raccolta in convenzione dell’Avis. «Da un lato può aver inciso anche in questo senso la crisi economica, che ha ridotto in certi casi le attività di volontariato, ma si suppone che ci sia stata anche una minore disponibilità, in certi ambiti lavorativi, al concedere la giornata di riposo per fare la donazione».

Buono il dato sul numero di associati, che ha raggiunto quota 30 mila in tutto il Veneziano. Con 4.200 donatori guida la sezione di Mestre e Marghera. Complessivamente, nei primi dieci mesi del 2013 sono stati 1.250 in più i donatori, con un incremento di 52 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (si parla di persone tra i 18 e i 65 anni).

«Si sta lavorando molto sulle scuole, sulla diffusione del principio di dare una mano al prossimo anche in questo modo», aggiunge Gobbo. «Basti pensare ai 130 giovani delle scuole superiori di Dolo e della Riviera del Brenta, coinvolti in progetti mirati».

«Il calo che si è registrato nelle donazioni, seppur poco marcato, è in linea con quanto sta accadendo a livello nazionale», precisa Giorgio Brunello, presidente provinciale dell’Avis. «Tuttavia Venezia ha la maglia nera tra le province del Veneto e l’introduzione dell’ufficio chiamate sarà molto preziosa. Abbiamo visto come a Belluno e Rovigo la cosa abbia funzionato bene, tanto che queste due province ora sono quelle con il dato migliore. Venezia non è andata in sofferenza, ma la novità della chiamata ci permetterà di chiamare i donatori in base al gruppo sanguigno di cui c’è maggior bisogno, evitando così sprechi e deviando chi ha un gruppo sanguigno di cui in quel momento c’è già scorta a donare invece plasma. Infine, un ringraziamento al gruppo Alì supermercati che ogni giornata di raccolta sangue, fino a fine mese, regalerà a sorteggio un pacco regalo con panettone, pandoro e bottiglia a un donatore. E in certe situazioni raddoppieremo noi».

Simone Bianchi

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