La difesa: «Esposito come Pistorius»

Il legale dell’omicida ha chiesto una perizia psichiatrica sul 49enne che ha ucciso l’amico dicendo di non averlo riconosciuto
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 09.01.2017.- Omicidio a San Polo 3078/H. Luogo dov'è avvenuto l'omicidio, Fori proiettile sulla porta, sangue nella corte.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 09.01.2017.- Omicidio a San Polo 3078/H. Luogo dov'è avvenuto l'omicidio, Fori proiettile sulla porta, sangue nella corte.
Ciro Esposito non parla. Dopo che all’alba di martedì, poche ore dopo aver sparato all’amico Ivano Gritti dalla porta del suo appartamento Ater occupato in calle de le Chiovere, il 49enne aveva reso l’interrogatorio (seppur parziale) dando la propria versione sul delitto - «Ho preso paura e ho sparato due colpi attraverso la porta. Non sapevo che fosse Ivano, non volevo uccidere», aveva detto - ieri ha scelto il silenzio davanti al giudice per le indagini preliminari Massimo Vicinanza. L’udienza di convalida dell’arresto - Esposito è accusato di omicidio volontario, porto abusivo di armi e detenzione abusiva di munizioni - è durata solo 20 minuti, il tempo di sbrigare tutte le formalità. Esposito è arrivato in tribunale dal carcere di Santa Maria Maggiore alle 12.50 e se ne è andato alle 13.10. D’accordo con il suo difensore di fiducia, l’avvocato Claudio Beltrame, Esposito non ha aggiunto nuovi elementi alle indagini condotte dalla pm Patrizia Ciccarese, presente all’udienza. La strategia difensiva impone di approfondire alcuni aspetti e acquisire la documentazione prima di fornire un eventuale interrogatorio. In serata è arrivata la decisione del giudice Vicinanza che, accogliendo la richiesta della rappresentante della Procura, ha convalidato l’arresto e confermato la custodia cautelare in carcere. Le accuse a carico del 49enne, d’altronde, non lasciavano spazio in questa fase a misure cautelari meno restrittive. Se il quadro accusatorio non dovesse mutare, Esposito rischia l’ergastolo qualora non scelga di essere giudicato con rito abbreviato.


«Perizia psichiatrica».
Altro aspetto su cui l’avvocato Beltrame vuole lavorare è la capacità di intendere e volere di Esposito. Il legale parla di una persona molto provata da quanto è successo nella notte tra lunedì e martedì e dal fatto che da allora - per la prima volta nella sua vita - è finito in carcere. Ma da qualche tempo sembra che Esposito avesse qualche difficoltà a livello psicologico, legata a problemi di donne e in generale di vita. Per ricostruire il quadro psichiatrico di Esposito, il legale lancia un appello affinché uno psichiatra forense si faccia avanti per svolgere - a titolo gratuito - una perizia su Esposito.


«Analogie con Pistorius».
Lo sostiene l’avvocato Beltrame, ricordando il caso dell’atleta paralimpico sudafricano che a San Valentino del 2013 aveva sparato quattro volte attraverso una porta chiusa della toilette di casa, uccidendo la fidanzata Reeva Steenkamp. Al processo si è difeso affermando di aver scambiato la ragazza per un intruso. È stato condannato a 13 anni e 5 mesi. Una versione, questa, che ha delle analogie con quanto riferito da Esposito ai carabinieri. Il 49enne, dopo una serata in cui per sua stessa ammissione aveva bevuto molto, aveva sentito bussare alla porta del suo appartamento all’1.15 della notte. Fuori, una voce: «Apri, apri». «Il cane abbaiava, ho preso paura e ho sparato. Non sapevo che fuori ci fosse Ivano», aveva detto Esposito. I dubbi del legale sono rivolti alla volontarietà dell’omicidio: il 49enne ha raccontato di sentirsi minacciato (non da Ivano, ma allora da chi?) e di avere paura per la sua incolumità. Dopo aver esploso i due colpi, è rimasto stordito e non è scappato. Quando i carabinieri sono arrivati nell’appartamento, hanno trovato Esposito con la pistola ancora in mano.


La pistola.
L’arma con cui Esposito ha sparato, una calibro 9, aveva la matricola abrasa. «Ce l’avevo in deposito, non era mia», ha detto ai carabinieri. Chi gliel’aveva data? Era la stessa usata per le tre rapine messe a segno nei supermercati del centro storico nei giorni precedenti al delitto? La pm Ciccarese ha disposto che sull’arma venga effettuata una perizia affidata ai Ris per capire in particolare se quella pistola aveva già sparato.


L’autopsia.
Oggi, intanto, sulla salma di Ivano Gritti sarà eseguita l’autopsia dal medico legale Cristina Mazzarolo che in mattinata riceverà l’incarico dalla sostituto procuratore. Dopodiché, una volta conclusi gli accertamenti, la salma del 47enne giudecchino sarà restituita alla famiglia per i funerali.


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