La denuncia dei genitori «Una catena di errori»

Ministero, Regione e prefetto nel mirino del Gruppo provinciale Intercomitati «I tagli decisi dal Governo precedente vengono proseguiti da quello attuale»
Di Vera Mantengoli

Delusione da parte dei genitori per la questione delle scuole sporche. La task force, formata da un esponente dell’Ufficio regionale scolastico, un dirigente scolastico e un esperto della Manutencoop, sarà resa nota domattina dopo la richiesta urgente del prefetto Domenico Cuttaia. Questa è l’ultima speranza per assicurare che il piano aggiuntivo di ore di pulizia venga attuato. Il quadro generale sembra comunque non promettere bene, soprattutto perché i fondi in più sono previsti fino al primo marzo.

Il fatto è che mancano i soldi e la comunicazione tra le parti. Giusto un paio di numeri: nel 2011 si destinavano circa 600 milioni per le pulizie assegnate all'esterno, nel 2013 poco più di 400 milioni. In un comunicato inviato dal «Gruppo Provinciale Intercomitati e Interistituti», firmato da una dozzina di rappresentanti di altrettante scuole di Venezia centro storico, terraferma e provincia, si evince che manca soprattutto qualcuno che si prenda la responsabilità e la briga di spiegare punto per punto che cosa sta succedendo. L’analisi fatta dai genitori, impegnati a trovare e studiare leggi ed emendamenti sui finanziamenti alle scuole, sottolinea come ci sia una catena di inadempienze che vanno dalla vice direttrice dell’Ufficio regionale scolastico, Gianna Miola, al sottosegretario del Ministero, Marco Rossi Doria, fino ad arrivare al prefetto che, pur sottolineando l’offesa che questa vicenda reca ai cittadini, ha parlato di responsabilità di tutti e di nessuno.

Tuttavia sono proprio i genitori a far notare che, se è vero che il Governo attuale è costretto a portare avanti i tagli decisi da quello precedente, «è altresì inconfutabile (vedi decreto legge 69, art. 58/5) che i tagli alla scuola stanno proseguendo, e nel modo più lineare, anche con questo Governo». Stessa bacchettata va alla Miola che rappresenta l’intermediario tra Ministero e realtà locali e che, come riportano i genitori, ha affermato il 20 gennaio scorso che «tutte le istituzioni scolastiche coinvolte hanno ricevuto una risorsa finanziaria almeno pari, se non addirittura superiore a quanto necessario per coprire i posti accantonati di collaboratore scolastico con personale dipendente (ata)».

In realtà, i genitori stessi le ricordano che i finanziamenti aggiuntivi (34,6 milioni per un totale previsto di 292) sono stati dati proprio perché «il corrispettivo dei posti accantonati di collaboratore scolastico non erano sufficienti». Sul perché poi il personale ata sia stato a mano a mano non riassunto ci sono delle interpellanze fatte dal Pd e dal Movimento 5 Stelle sul DL 69 2013, entrambe volte a indicare il rischio di questa operazione che di fatto non ha portato nessun guadagno in termini monetari, anzi. «Il DL 69», precisano i genitori, «si basa infatti su quanto si sarebbe dovuto spendere se si fossero assunti i bidelli, ma non considera affatto che con quei soldi, sul mercato delle mega ditte di appalto, si ottiene sì e no il 60% del servizio». Qualcuno dirà che la colpa è della Manutencoop, ma l’impresa smentisce che l’appalto sia stato vinto con un grande ribasso, specificando che l’assegnazione dell’appalto dipende dal Ministero delle Finanze che deve individuare le migliori condizioni per garantire il servizio. I soldi però vengono poi chiesti al Ministero dell’Istruzione, previa verifica delle possibilità. Intanto la necessità di avere una scuola pulita come dovrebbe garantire ogni Stato civile viene a mancare.

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