«La Croce Rossa di Jesolo non è più in vendita»

Il complesso era stato messo all’asta per 40 milioni di euro, scesi poi a 20 Esposito: «Niente speculazioni edilizie». Il sindaco: se sarà vero, stop agli hotel
Di Giovanni Cagnassi
JESOLO - DINO TOMMASELLA - COLUCCI - MANIFESTAZIONE CONTRO PRIVATIZZAZIONE CROCE ROSSA
JESOLO - DINO TOMMASELLA - COLUCCI - MANIFESTAZIONE CONTRO PRIVATIZZAZIONE CROCE ROSSA

JESOLO. La Croce Rossa di Jesolo non è più in vendita. L’intero complesso di via Levantina, centro di formazione per l’ente che oggi accoglie circa 120 migranti, era tra i beni che la Croce Rossa aveva messo all’asta, per circa 40 milioni di euro inizialmente poi, a seguito dei vari ribassi per le aste andate deserte, scesi fino a circa 20. L’ente da Roma avrebbe, a quanto pare, deciso di non alienarla più, senza particolari spiegazioni, almeno per il momento. Forse le polemiche sollevate al lido, i sospetti e illazioni di speculazioni attraverso cordate di imprenditori pronti a realizzare mega hotel fronte mare, hanno convinto i responsabili nazionali a fare marcia indietro.

Sinistra Italiana è sempre stata in prima linea sulla questione croce rossa e Francesco Esposito, ora interviene. «Ci risulta che il complesso jesolano sia stato escluso dal processo di alienazione a livello nazionale», premette, «qualora la notizia venisse ufficialmente confermata, vorrebbe dire che quanti da anni speravano di poter mettere le mani sul prezioso complesso di proprietà della Croce Rossa, ne uscirebbero con le classiche pive nel sacco. Da parte nostra saremmo felici per la loro delusione. I nostri deputati si occuperanno della questione e lavoreranno affinché la Croce Rossa rimanga ancora per anni il fulcro della parte solidale della città di Jesolo. «Senza nemmeno avere la certezza dei fatti», aggiunge, «la destra trumpista di Jesolo già paventa il probabile arrivo “dei profughi più violenti” nella struttura. Siamo in campagna elettorale e parlare alla pancia delle persone potrebbe dare migliori risultati nelle urne. Da parte nostra riteniamo che il trattare le persone da esseri umani sia alla base di ogni società civile. L’importante è agire con criterio: incrementare gli ospiti di qualche unità, nel momento in cui la Cri di via Levantina ne avesse la possibilità, non creerebbe problema alcuno alla città».

Il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, non si scompone: «Se fosse vero», commenta, «vorrà dire che non saranno realizzate strutture ricettive e il complesso resterà dove si trova. I migranti che Jesolo ospita sono al sicuro e controllati. Non hanno dato particolari problemi, salvo tre denunce in oltre un anno che mi pare possano essere annoverate tra le statistiche e non rappresentare un problema per la città. Se la Croce Rossa resterà a Jesolo, tanto meglio, non credo rappresenterà un ostacolo per la nostra realtà».

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