La crisi economica ha buttato giù le torri
Perchè oggi non ha più senso parlare di torri a Jesolo ?
Zoggia: «Jesolo non si è identificata con queste costruzioni e ormai è chiaro a tutti visto come sono andate le cose in questi anni, turisti e investitori da Padova, piuttosto che da Treviso o Vicenza, hanno cercato altro, tipologia diverse di immobili, villette, palazzine moderne, sicuramente più basse e con una tipologia differente. Poi c’è stata la crisi economica che ha indubbiamente avuto il suo peso e ha creato altri problemi sul fronte della domanda».
Rizzante: «La strada intrapresa era in realtà quella giusta, poi la domanda è cambiata e la crisi ha avuto certamente il suo peso nelle scelte di chi doveva comprare o investire. Ci sono stati 8 anni di crisi in cui vendere immobili è stato difficile per tutti e per quanto riguarda le torri i problemi sono stati ancora maggiori per un insieme complesso di altre ragioni».
Faloppa: «Lo sviluppo della verticalità visto finora non è stato quello giusto e questo va detto chiaramente una volta per tutte. Non servono altre analisi, perché è evidente visto come sono andate le cose con questi immobili.
E soprattutto dobbiamo dire che lo sviluppo è stato sbagliato per quanto è accaduto a terra, all’ombra dei grattacieli. Grandi torri che si ergono in altezza e, al suolo, vecchi e malandati immobili o aree e sacche di degrado.
Ecco che le due cose non sono andate di pari passo e ci siamo trovati enormi grattacieli e aree attorno che non erano e non sono armoniosamente sviluppate e riqualificate per fare da contorno a queste strutture».
Cattai: «La verticalità ha creato degli squilibri anche nel nostro settore, ovvero quello dei balneari che devono fare i conti con gli spazi da gestire sulle spiagge sempre più ridotte anche per l’erosione. Ci sono stati chiesti spazi sulle spiagge da destinare a quegli immobili che poi non avevamo a disposizione sull’arenile».
Simonetto: «Fronte mare poteva essere una proposta interessante quella di realizzare avveniristici grattacieli. Un grattacielo davanti al mare è sicuramente appetibile dal mercato e questo è stato dimostrato. I grattacieli, le torri come sono state ribattezzate, avevano un senso nel 2006-2008, ma la crisi si è abbattuta poco dopo sul mercarto immobiliare e ha cambiato tutto, condizionato l’intero mercato e l’economia in generale».
E adesso cosa accadrà ?
Faloppa: «Le torri non le possiamo abbattere di certo. Il mercato ha le sue regole che sono sempre quelle della domanda e della offerta. Vorrà dire che i prezzi caleranno, che magari ci sarà una spinta per l’economia nel suo complesso con effetti positivi. Nulla di cui allarmarsi, perché in ogni caso sono opere concluse, portate a termine e che potranno tornare sul mercato magari in modo differente».
Cattai: «Le torri in questione sono un capitolo chiuso, anche se lo sviluppo verticale poteva essere un’idea rivoluzionaria. Credo che non resteranno cattedrali vuote, e ci saranno nuove formule del mercato turistico, come possono essere i Condhotel, le Rta, ovvero le residenze turistiche alberghiere che oggi si stanno affacciando anche sul nostro mercato turistico e rappresentano un valore aggiunto, sintetizzando varie caratteristiche dell’offerta alberghiera».
Simonetto: «Non abbiamo più la forte richieste del 2006, adesso nuove forme di proposte turistiche possono vedere coinvolte anche le nostre associazioni di categoria e mi riferisco alle agenzie immobiliari che a loto volta si stanno adeguando al mercato. Non credo che le torri resteranno vuote a lungo e arriveranno nuovi mercati interessati all’acquisto o alla gestione di questi immobili».
Zoggia: «Penso che potranno essere affittate, che ci saranno nuovi target turistici interessati. Non è il caso di preoccuparsi oltre il dovuto anche perché l’esperienza insegna che con il tempo le condizioni economiche cambiano. Dopo l’iniziale euforia, troppi elementi sono andati contro la verticalità al lido, almeno così come era stata intesa».
Rizzante: «Usciamo da 8 anni di crisi, nessuno ha la sfera di cristallo. Una stagionalità lunga potrebbe dare nuove possibilità anche a questi edifici. Non dimentichiamo che in Europa è questa la formula più diffusa, con grattacieli e torri nelle località turistiche internazionali. In Italia è diverso. Credo che una progressiva destagionalizzazione, la linea nautica per Venezia, la Città Metropolitana vera e sfruttata nelle sue enormi potenzialità, Jesolo come un “arrondissement parigino” di Venezia, saranno elementi di modernità che coinvolgeranno anche questi edifici per un rilancio globale».
Allora addio ai grattacieli, alla “City beach”?
Zoggia: «Non del tutto, anzi. Fronte mare ci ha pensato la sovrintendenza, che ha posto un limite a 8 piani e qui non si discute per tutta la fascia in questione. Credo che alle spalle del litorale possa essere pensabile, sempre in vista della modernità, la realizzazione di costruzioni alte e grattacieli anche importanti, che siano però lontane dal lido. E qui torno all’idea della Torre di Pierre Cardin che poteva essere realizzata anche a Jesolo, come proposto tra le varie alternative. Ma dovranno essere costruzioni ben alle spalle della spiaggia e con altre finalità non solo legate al turismo».
Rizzante: «Il futuro è la modernizzazione del turismo, conservando la nostra tradizione di una gestione familiare e attenta. Io non dico no alla verticalità tout court, ma credo che, nel rispetto delle norme urbanistiche e dei limiti della sovrintendenza, dovremo creare le condizioni perché un turismo moderno possa arrivare qui da noi.
E soprattutto alla base ci deve essere sempre un piano finanziario solido e credibile per gli investitori che poi devono avere la giusta premialità a livello urbanistico».
Cattai: «La spiaggia è un bene da tutelare. Se vogliamo grandi costruzioni, dobbiamo garantire gli spazi e combattere l’erosione del litorale con opere strutturali davvero efficaci. La verticalità laddove possibile, sarà un’alternativa alle spalle del lido da tenere sempre in considerazione. Per le strutture attuali, solo le formule moderne potranno dare risposte intese come appartamenti con servizi pari a quelli di un albergo e che garantiscano rotazione, le Rta o residenze turistiche alberghiere appunto».
Simonetto: «Ci possono essere ancora delle richieste, cambiando le condizioni dell’economia e del mercato turistico. Ma a Jesolo, confermo, sopra i 15 piani si è incontrata storicamente difficoltà a vendere e affittare anche se nelle grandi metropoli europee potrebbe sembrare una bestialità».
Faloppa: «Il primo esperimento, per i vari motivi che abbiamo analizzato, non è andato al meglio e sarà foriero di ulteriori sviluppi in questi anni di grandi cambiamenti oltretutto molto veloci.
Ciò non vuol dire che in futuro si possa ancora pensare alla verticalità e credo che questa possibilità di realizzare torri e grattacieli alle spalle del lido e costruzioni più basse davanti al litorale sia una strada percorribile e stimolante. Il turista oggi non si ferma più per un mese intero in una località. Chiede una vacanza veloce e comoda. Su queste basi dobbiamo ragionare per il futuro in accordo con l’amministrazione comunale perché gli strumenti urbanistici tengano conto di quanto oggi il turismo chiede da una località balneare».
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