La crisi dell’edilizia appartamenti svalutati del 15%
Edilizia in crisi, il Sandonatese soffre ancora e il mercato è fermo. Dal 2008 a oggi a San Donà, secondo i dati Confapi sono stati persi già circa 400 posti di lavoro nel settore, nelle imprese che vanno da 3 a 10 dipendenti. Ancora invenduti oltre un migliaio di appartamenti con un mercato completamente fermo e un calo del valore del 15 per cento nel giro di sei mesi. Il tasso di disoccupazione arriva al 9,5 per cento. È quanto attesta l’ultima ricerca effettuata dall’Aniem regionale, le imprese edili aderenti alla Confapi, nei primi sei mesi del 2015.
Il direttore Pier Orlando Roccato e Roberto Dal Cin, commissario della Lega Nord del Basso Piave, lanciano l’allarme. Per l’autunno, l’Aniem e Dal Cin, che segue il mondo bancario, organizzeranno un convegno a San Donà, ritenuta “La Porta del Veneto orientale” al quale parteciperanno istituzioni, organizzazioni sindacali, imprenditori e banche del territorio. «Gli immobili fermi e questo gioco al ribasso», spiega il direttore Roccato, «fanno soffrire ancora di più le nostre imprese alle prese di fronte a una crisi che per ora non conosce pause. Abbiamo perso oltre 400 addetti solo nel comparto edile dal 2008 e risultano difficili da recuperare perché il settore, anche se dovesse a breve ripartire, subirà una profonda rivoluzione. E bisognerà procedere con una nuova filosofia che non è quella di costruire, ma si dovrà riconvertire ristrutturare e riqualificare l’esistente. Senza dimenticare che il Piano casa non ha dato i risultati sperati».
La caduta libera dei prezzi, la domanda che non cresce, sono tutti elementi che fanno pensare a una crisi ancora duratura per il settore edile, in attesa di un assestamento che non arriva. Solo il settore manifatturiero è in lieve crescita. Le famiglie sono in difficoltà, non riescono a pagare i mutui, figuriamoci ad accenderli in queste condizioni. Anche gli affitti sono ritenuti ancora “gonfiati” alla luce di stipendi che, se ci sono, non bastano più a pagare tutto, bollette comprese.
«Sto coinvolgendo il mondo del credito perché le banche devono partecipare e credere allo sviluppo», aggiunge Dal Cin, «non bisogna dimenticare che per ogni posto di lavoro perso in edilizia, di conseguenza se ne perdono circa 2,5 nei settori dell’indotto, vale a dire impiantistica, idraulica e vendita di materiali edili. È di questi giorni la notizia che le banche hanno aumentato la concessione di mutui dell’ottanta per cento. Mi dovrebbero spiegare se si tratta davvero di nuove concessioni o comprendono anche la rinegoziazione degli stessi».
Giovanni Cagnassi
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