La crisi affonda l’edilizia stop al 35% delle imprese

Portogruaro. Drammatici gli ultimi dati della Confapi, invendute migliaia di case Il presidente Roccato: «Un quarto dei disoccupati proviene da questo settore»
LAVORI EDILI, CANTIERE OPERAIO CON CASCHETTO
LAVORI EDILI, CANTIERE OPERAIO CON CASCHETTO

PORTOGRUARO. Crisi dell'edilizia nel portogruarese, sparite dal 2008 il 35 per cento delle piccole e medie imprese.

È quanto emerge dall’ultimo report dell’Aniem regionale (le imprese edili associate alla Confapi) riguardanti i comuni di Portogruaro, Gruaro, San Stino, Teglio, Ceggia, San Donà, Pramaggiore, Annone Veneto e Cessalto. L'indagine fotografa con chiarezza una situazione davvero difficile dall'inizio della crisi ad oggi, con il fallimento di circa il 35 per cento delle attività presenti sul mercato, al quale si aggiungono circa quattromila immobili invenduti. Proprio gli immobili, sempre secondo i dati forniti dall'ente guidato dal presidente Pier Orlando Roccato, hanno avuto un deprezzamento che va dall’otto al dodici per cento. A questo si deve aggiungere il fatto che per vendere una casa ci si impiega fino a un anno. Una fotografia che di fatto permette al presidente di trarre alcune conclusioni che per forza di cose inducono ad una riflessione più ampia. «Oggi su 4 milioni di disoccupati a livello nazionale», spiega Pier Orlando Roccato, «un milione tra diretti ed indiretti riguarda l’edilizia. Non si deve più costruire con criteri vecchi ma riqualificare intere aree, ristrutturarle e rimetterle a norma. In Francia lo stanno già attuando ed in merito il Governo ha messo a disposizione dell’edilizia ingenti risorse. Così come le nostre imprese dovrebbero intervenire sui plessi scolastici provinciali che presentano molti problemi. Qui da noi», dice ancora Roccato, «siamo ancora fermi agli slogan. Una prova evidente è dimostrata dal Piano Casa che è paragonabile all’aspirina data ad un malato terminale».

Ad intervenire a seguito della ricerca c'è anche il commissario della Lega Nord del Basso Piave, Roberto Dal Cin, che a Venezia negli anni scorsi ha presieduto la commissione provinciale delle attività produttive prima dell'insediamento della Città Metropolitana. La sua analisi, invece, include anche l'operato degli istituti bancari. «Purtroppo in questi anni», rileva Dal Cin, «il mondo del credito si è rivelato totalmente assente. È di questi giorni la notizia che le banche hanno aumentato la concessione di mutui dell’ottanta per cento. Ci dovrebbero spiegare se si tratta davvero di nuove concessioni oppure se comprendono anche la rinegoziazione degli stessi. Poi c'è tutta la partita delle rimesse dirette e delle aziende che ruotano attorno all'ambito. Non bisogna dimenticare», conclude Dal Ci, «che per ogni posto di lavoro perso in edilizia di conseguenza se ne perdono circa 2,5 nei settori dell’indotto, vale a dire impiantistica, idraulica e vendita di materiali edili».

Alessio Conforti

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