La crisi adesso preoccupa i figli degli imprenditori
JESOLO. Solo un paio di settimane fa la denuncia pubblica della Confartigianato sui tentativi di suicidio dei figli degli imprenditori. Un fenomeno nuovo che il presidente mandamentale, Ildebrando Lava, ha voluto esternare con una denuncia pubblica per ascoltare il grido d'allarme di tanti giovani che vivono il disagio.
Trascorso un anno esatto da quando Ivano Polita, artigiano di Noventa di Piave, decise di togliersi la vita perché preso dalla morsa della disperazione, pochi giorni fa un altro caso di suicidio a Quinto di Treviso, nella Marca ha scosso nuovamente l'opinione pubblica.
Lava ha voluto però focalizzare l'attenzione sul fatto che negli ultimi mesi ci sono stati giovani figli di imprenditori che hanno tentato il suicidio o che sono in cura dallo psicologo perché temono per il futuro delle aziende di famiglia e la malasorte che ha colpito i loro genitori.
Anche gli psicologi che si occupano di questo disagio hanno evidenziato come nell'imprenditore, che si è fatto da solo investendo e rischiando, e anche nei suoi figli, è più difficile chiedere aiuto, assistenza psicologica che in qualche modo è contro questa sua natura. Ma questa assistenza risulta molto importante per superare i problemi quando tutto sembra nero e non si intravedono vie d'uscita.
L'associazione artigiani, con molto tatto e senso pratico, ha già fornito il supporto degli psicologi, coinvolgendo i ragazzi per non lasciarli soli. Nessuno commento, per il momento, riguardo al tragico caso di Jesolo, di cui l'associazione non era a conoscenza e che comunque è di natura differente. Per il rispetto della famiglia non ha voluto esprimersi anche perché non conosce il contesto in cui è maturata e le cause profonde che hanno spinto a un simile tragico gesto. (g.ca.)
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