La Cricca / Bollette non pagate per 200 mila euro

La Provincia presenta il conto a Bordin, fatture gonfiate per gli attrezzi da palestra
Un incontro della «cricca». A fianco la sede della Provincia
Un incontro della «cricca». A fianco la sede della Provincia
VENEZIA. Paolo Bordin, titolare della «Ristosystem» che gestiva gli undici bar delle due sedi dell'amministrazione e delle scuole superiori, grazie all'appalto gestito ancora una volta dall'ingegnere dell'ufficio Edilizia di Ca'Corner Claudio Carlon, deve alla Provincia almeno 200 mila euro di utenze mai pagate. Si tratta di denaro per le bollette che l'amministrazione ha già versato, ma che Bordin, imprenditore e anche assessore comunale di centrodestra a Campolongo Maggiore, non ha mai versato, come invecre avrebbe dovuto.


Ma il debito che l'imprenditore ha con l'ente ora retto dalla leghista Francesca Zaccariotto è superiore. Ieri, l'avvocato dell'ufficio legale di Ca'Corner Roberto Chiaia lo ha presentato con una relazione al pubblico ministero Stefano Ancillotto, il magistrato che ccordina le indagini sulla corruzione e che da alcune settimane ha messo al lavoro gli investigatori della Guardia di finanza anche su questa vicenda, dopo che la Provincia aveva avviato accertamenti interni. Sempre Bordin, aveva fornito gli attrezzi per arredare la palestra del Centro servizi della Provincia in via Hermada a Mestre.Per quella fornitura l'amministrazione aveva sborsato più di 150 mila euro e a stabilire la cifra erano stati sempre i tecnici dell'Edilizia d'accordo con l'imprenditore. Ora, è stata compiuta una stima sugli attrezzi, che non avrebbero un valore superiore ai 50 mila euro. Così, ai 200 mila euro delle bollette non saldate, si aggiungono gli oltre centomila degli attrezzi della palestra del Centro servizi pagati tre volte il loro reale valore.


Le indagini, dunque, proseguono e, dopo la consegna della consulenza dell'avvocato e della docente di diritto amministrativo sull'iter seguito da Carlon, Domenico Ragno e i loro collaboratori per concedere gli appalti, le «fiamme gialle» avrebbero già portato alla luce altri episodi di corruzione e peculato che saranno contestati prossimamente agli indagati. La consulenza ha messo in evidenza che sono venute alla luce palesi e numerose violazioni della normativa. Innanzitutto, i lavori venivano ingiustificatamente e costantemente frazionati senza alcun motivo di efficienza o di risparmio, anzi. Grazie al frazionamento degli appalti, inoltre, i lavori venivano concessi con la negoziazione privata, ma sempre alle stesse ditte senza alcuna rotazione.

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