«La cosa più bella per me? Difendere i diritti dei più deboli»
MIRANO. «È una sensazione stupenda, recuperare dei diritti che spettano alle persone è la cosa che gratifica di più». Giorgio Sandon ha 71 anni, dopo aver lavorato una vita al porto di Venezia, oggi è segretario dello Spi di Mirano. Ogni giorno, insieme al suo gruppo, come sottolinea sempre ogni volta che parla delle prestazioni offerte dal sindacato, aiuta i pensionati ad accedere ai servizi che gli spettano. Si occupa perlopiù di pensioni.
Nella sede del sindacato è infatti aperto uno specifico sportello, dove ogni lunedì Sandon ascolta i problemi delle persone cercando una soluzione.
Per il suo lavoro non prende quasi nulla, spiccioli di rimborsi spese. Il vero compenso è il piacere di aiutare gli altri.
«Per quanto riguarda le pensioni, ci sono una marea di quelli che chiamiamo “diritti inespressi”», spiega, «molti pensionati non sanno di avere diritto ad alcune prestazioni e quindi non le richiedono all’Inps che a sua volta non le eroga. Lo sportello è stato creato per aiutarli ad ottenere questi diritti».
Ma il lavoro di Sandon non è confinato alla sede, anzi: lui e il suo gruppo vanno a dare una mano a chi non può venire di persona allo sportello. Ogni martedì vanno alla casa di riposo Mariutto e controllano che le pensioni degli ospiti siano corrette.
«Adesso è tutto fatto a computer», dice, «per verificare la propria posizione bisogna collegarsi al sito, e poi inserire il proprio codice fiscale e la password. Alcuni anziani non hanno nessuna dimestichezza con la tecnologia, noi li aiutiamo. Ogni primo e terzo giovedì del mese andiamo anche all’ospedale di Mirano».
Un lavoro extra, ma Sandon non se ne prende il merito: «Ci sono due signore del gruppo che sono bravissime, sono loro l’anima del progetto». La pensione non viene controllata solo agli ospiti dell’ospedale e della casa di riposo, ma anche ai loro familiari. A volte, anche i figli degli anziani ricoverati hanno una certa età e una pensione. E sono tante le situazioni che non tornano, spesso riconducibili ad un’errata compilazione del red, il modello dove i pensionati specificano quali trattamenti gli spettano. Molti non richiedono alcune prestazioni, l’Inps non controlla e non eroga quindi i versamenti. «Solo nell’ultimo anno abbiamo seguito un centinaio di casi» spiega Sandon. Alcuni riguardano la questione della 14esima, che spetta a chi non supera la soglia dei 1000 euro lordi mensili. Si tratta di una somma che varia dai 340 ai 650 euro. A luglio andrebbe pagata, ma il 25% dei pensionati della Provincia i Venezia non ha ancora visto nulla. —
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