La cooperativa Solaris non paga pignorati beni per 300 mila euro

Eraclea. Il Tribunale ha accolto la richiesta delle Immobiliari Venezia e Agorà proprietarie degli appartamenti dei residence “Mimose” e “Gigli” che ospitano i profughi dalla scorsa estate
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - ERACLEA - I PROFUGHI IN CODA DAVANTI ALL'AMBULATORIO MEDICO
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - ERACLEA - I PROFUGHI IN CODA DAVANTI ALL'AMBULATORIO MEDICO

ERACLEA. La cooperativa «Solaris» di Carpi non paga fin dall’inizio di questa vicenda gli appartamento occupati dai migranti nei residence «Mimose» e «Gigli» di Eraclea, per questo gli avvocati Igor Zornetta e Elena Martorana hanno chiesto e ottenuto dal Tribunale di Modena, dove ha sede la cooperativa, per conto delle Immobiliari Venezia e Agorà il pignoramento di beni della cooperativa o, meglio, di crediti che la Solaris ha con soggetti terzi per 300 mila euro. Ma neppure l’Immobiliare Venezia avrebbe pagato i suoi conti: l’amministratore condominiale del residence Mimose ha ottenuto dal Tribunale di Verona, dove ha sede la società, un pignoramento di 15 mila euro nei confronti dell’Immobiliare Venezia. Sono le spese del condominio (l’Immobiliare possiede decine di appartamenti buona parte dei quali sono stati affittati alla Solaris per ospitare i migranti) che la società non avrebbe mai versato e che ora l’amministratore richiede. Il pignoramento è rivolto anche a tutti i soggetti terzi, sono 29 tra cui la Prefettura di Venezia, che sono debitori nei confronti della Solaris. Le due immobiliari, insomma, chiedono ai giudici di Modena che il denaro che la Prefettura e gli altri creditori devono alla cooperativa ancor prima che finisca nelle casse della Solaris venga dirottato nelle loro fino a una cifra di 300 mila euro.

Una circostanza che rinfocola le polemiche da parte dei residenti nel residence di Eraclea, i quali hanno sempre sostenuto che la Solaris non ha operato con serietà e avevano segnalato una serie di carenze e irregolarità alla Prefettura, senza però ottenere ascolto. Il fatto che la cooperativa non abbia pagato gli affitti da ben quattro mesi porterebbe acqua al mulino dei proprietari degli appartamenti, che si sono battuti perché i migranti fossero trasferiti. Erano anche ricorsi al giudice, che in primo grado aveva respinto la loro richiesta, sostenendo che il complesso edilizio non si sarebbe deprezzato a causa della loro presenza, ma aveva imposto delle regole, quelle che vanno rispettate in ogni condominio ma non al Mimose, visto che i migranti di fatto vivevano sulle scale e i corridoi. Una sentenza che però il Tribunale ha cancellato anche per quanto riguarda la violazione del regolamento condominiale. A chiederlo era stato l’avvocato Zornetta.

Due giorni fa, intanto, il prefetto Domenico Cuttaia, intervenendo a Mirano, ha sostenuto che, seppur lentamente, i migranti se ne andranno da Eraclea entro la prossima estate. Ha spiegato che a un ritmo di quattro partenze alla settimana il residence si dovrebbe svuotare entro il mese di maggio.

Giorgio Cecchetti

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