La Conca d’Oro festeggia i 70 anni

Da settant’anni rappresenta un elemento storico della ristorazione veneziana, sempre a conduzione familiare e con la capacità di evolversi per far fronte alle nuove mode e alle richieste del residente o del turista. Il ristorante pizzeria la Conca d’Oro in campo San Filippo e Giacomo è una vera istituzione, e la famiglia Costa la gestisce da tre generazioni.
Oggi, per festeggiare i settant’anni dalla apertura del locale, verrà fatta una grande festa con buffet a base di pizza dalle 17 alle 19, offerto assieme al prosecco a passanti e clienti affezionati. Un locale che nel tempo ha conosciuto la notorietà anche per visite molto gradite da parte di grandi personaggi dello spettacolo. Basti pensare a nomi come John Bon Jovi nella musica, ma anche attori, premi nobel e perfino astronauti.
«La Conca d'Oro è nata allora come pizzeria, con la prima apertura in campo San Giovanni e Paolo e poi, dopo un anno, lo spostamento nella sede attuale», racconta il titolare Max Costa, figlio di Giovanni Costa, protagonista agli inizi assieme al fratello Giuseppe dopo aver raggiunto la laguna da Palermo. Due pizzaioli doc pronti a rimboccarsi le maniche nel capoluogo lagunare.
«La pizza rimane ancora il nostro autentico fiore all’occhiello, per la quale seguiamo una lievitazione di almeno dodici ore, associando poi in cottura solo prodotti di prima qualità a livello nazionale. Però abbiamo anche saputo seguire le mode e il cambiamento dei gusti della clientela, specie nella ristorazione tradizionale. E quattro anni fa abbiamo fatto un restyling del locale sia negli interni che nel menù».
Agli inizi la Conca d’Oro divenne celebre in città anche per prodotti come i cannoli o le cassate siciliane. Vennero preparati ed esposti per provare a vedere la reazione dei veneziani, e finirono con l’andare a ruba.
Un periodo, dai ricordi di famiglia, in cui la pizza era poco considerata, ma più che altro perché la gente non la apprezzava ancora molto. Poi si iniziarono a formare le prime code per mangiarla, e arrivò il successo.
«Amiamo fare questo lavoro e amiamo questa città», aggiunge Max Costa, «e anche per questo facciamo una festa per il settantesimo anniversario che è rivolta alla gente». I tempi, però, dalla fondazione della trattoria sono ovviamente notevolmente cambiati. E l’attuale titolare del locale commenta l’ultima delibera con cui il Comune impone lo stop alle aperture di nuovi “take away”. «Da tre generazioni portiamo avanti questo locale, e se davvero una sola cosa mi posso permettere di dire» conclude Max Costa «è che il Comune dovrebbe limitare non solo fast food o kebab, ma anche i bar o ristoranti cinesi. Ormai siamo circondati, siamo stati colonizzati, e il rischio è quello che la città perda le sue caratteristiche culinarie, parte della sua grande storia e tradizione che si vive anche in cucina».
Simone Bianchi
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