La comunità islamica: "Questi terroristi vanno combattuti"
VENEZIA. "Siamo addolorati due volte, perché abbiamo sperimentato sulla nostra pelle cosa significa l’insicurezza e la paura. Condanniamo fermamente questi atti e siamo solidali con il popolo francese: oggi dobbiamo fare fronte unico, non cadere nel campanilismo e nella fin troppo scontata chiamata all’odio razziale, dobbiamo unirci tutti, e con tutti intendo non come musulmani e cristiani, ma come esseri umani, contro questi parassiti e cancri, marionette in mano a qualcun altro".
Mohamed Amin Al Ahdab, siriano, presidente della Comunità islamica di Venezia, parla a nome dei tanti fedeli di Allah che vivono nel nostro territorio, ma anche a nome dei molti stranieri che abitano e lavorano a Venezia, facendo capire che razza e religione non c’entrano di fronte a tanto orrore. "Porgiamo le condoglianze alle famiglie che hanno perso i loro cari, noi ci sentiamo feriti due volte, perché più di altri sappiamo cosa vuol dire. Qualcuno ci ha chiesto se prendiamo le distanze dall’attentato. Ma quali distanze? Queste persone non ci rappresentano, sono il nemico dei musulmani numero uno, non cediamo alle polemiche, è facile inneggiare contro i musulmani, ma noi continuiamo a subire da loro".
E aggiunge: "Questo è un colpo all’Europa e un colpo ai musulami italiani, questa gente non rappresenta né noi né l’Islam, rappresenta unicamente il terrorismo e i terroristi non hanno religione, vogliono solo ingannare la massa musulmana". Spiega: "Sono combattenti stranieri, vengono da tutto il mondo. Hanno sparato alla gente, non hanno chiesto la carta d’identità, non hanno chiesto a chi veniva mitragliato se si chiamava Mohammad o Alì o Francesco, vogliono solo terrorizzare, non sanno fare altro".
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