La Coldiretti contraria al nomadismo venatorio

Anche la Coldiretti si schiera contro il nomadismo nella caccia. Nessuna esitazione davanti alla nuova proposta regionale di mobilità venatoria licenziata dalla terza commissione. Bocciata senza...

Anche la Coldiretti si schiera contro il nomadismo nella caccia. Nessuna esitazione davanti alla nuova proposta regionale di mobilità venatoria licenziata dalla terza commissione. Bocciata senza appello dalla Coldiretti Venezia che ritiene vada rivista e discussa anche con le associazioni agricole.

«I cacciatori fino ad oggi rispettano delle regole rigide e precise per poter esercitare la caccia in determinati periodi l’anno e su ambiti territoriali predefiniti per i quali pagano una quota annuale», spiegano alla Coldiretti, «queste regole, finora pedissequamente osservate, verrebbero sconvolte dalla modifica proposta dalla Regione che introdurrebbe il nomadismo venatorio».

Tradotto: qualsiasi cacciatore in possesso di licenza potrebbe invadere il territorio e il terreno di privati per 30 giorni nella caccia in capanno e 15 giorni in quella vagante creando un incremento, se non un’invasione di presenze non regolamentate.

«Riteniamo sia una modifica azzardata», afferma il presidente di Coldiretti Venezia, Iacopo Giraldo, «che potrebbe anche mettere a repentaglio la sicurezza visto l’elevato numero di cacciatori che potrebbero arrivare nelle nostre campagne andando a mettere a repentaglio degli equilibri già a volte poco stabili. L’attività venatoria è un ambito che per quanto ci riguarda deve essere regolamentato con la stessa inflessibilità, disciplina e programmazione fino ad oggi praticata, questo a garanzia di una maggiore sicurezza ambientale e faunistica oltre che umana».

«Il mondo agricolo», conclude il suo intervento, «necessita di regole chiare a tutela di un territorio che non può più essere preda di espropri, interessi e pericoloso nomadismo venatorio». (g.ca.)

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