«La città non riparte, manca un progetto»

Franceschi: «Vorremmo proporre idee, invece si parla di altre Ztl. Serve un’inversione di rotta»
Agenzia Candussi, giornalista Artico. Conferenza stampa presso Confesercenti, via Antonio da Mestre, Mestre. nella foto: Michele Lachin
Agenzia Candussi, giornalista Artico. Conferenza stampa presso Confesercenti, via Antonio da Mestre, Mestre. nella foto: Michele Lachin

«La città non riparte perché manca un progetto, una regia e perché mancano privati e attrattori». Il direttore di Confesercenti, Maurizio Franceschi, nel leggere i dati, è chiaro. Gli attrattori sono quei negozi, attività, locali, che in centro possono fare la differenza e portare la gente in città, i beni rari necessari in una città capoluogo come il nostro. «Se non si prende atto della situazione» spiega, «il declino è inesorabile, serve un'inversione di rotta, serve rendersi conto della gravità di quanto abbiamo sotto gli occhi, non bastano risposte marginali e vecchie, ma progetti e idee». Che possono essere politiche attive nell'apertura dei temporary store, riduzione della tassazione delle startup che vogliano investire, incentivi economici da parte dei comuni, Franceschi di esempi ne ha parecchi. E in questo senso le categorie sono disponibili e fare da facilitatori. Confesercenti di proposte per uscire dalle sabbie mobili, ne ha fatte molte. «Aspettavamo con fiducia l'attrattore che avrebbe dovuto nascere nell'ex Umberto I, così come l'M9, funzioni culturali e commerciali. Oggi serve un partenariato per attuare una fase progettuale, mentre vediamo che manca il confronto».

«Avere in mano dati e georeferenziarli», sottolinea il vicedirettore di Confesercenti, Michele Lacchin, «è importante per avere una fotografia della realtà, il dato amministrativo non è reale, ma l'amministrazione non usufruisce delle forze che ha a disposizione, la collaborazione invece non dovrebbe essere rifiutata in modo pregiudiziale, gli assessorati al commercio oggi producono carte, ma non idee». Indispensabili per uscire dall'impasse. «Quello che vorremmo è un confronto, è poter collaborare», aggiunge Franceschi, «invece leggiamo dai giornali della Ztl in via Verdi». «Il punto», sottolinea Alvise Canniello, «è che non si fa nulla per riempire i negozi sfitti». E le iniziative che nascono spontanee dalla buona volontà dei commercianti, sono una panacea, ma non la cura.

Sui negozi sfitti, interviene anche l'onorevole del Pd Michele Mognato, che sulla questione e in special modo sui canoni di locazione e sulla mancata attivazione di un tavolo di consultazione, ha presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro dello sviluppo economico insieme ad Andrea Martella, Delia Murer, Davide Zoggia e Sara Moretto. (m.a.)

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