La città abbraccia Valeria, la visita del premier Renzi e della presidente Boldrini

VENEZIA. Visita istituzionale, ma al contempo privatissima, quella del premier Matteo Renzi alla camera ardente di Valeria Solesin, dove per due giorni hanno sfilato migliaia di veneziani. Lunedì 23 alle 13.45 il presidente del Consiglio è arrivato a Ca' Farsetti e con gli altri visitatori è entrato nella camera ardente della giovane ricercatrice uccisa negli attentati terroristici di Parigi, il 13 novembre. Renzi si è trattenuto con la famiglia Solesin e dopo un quarto d'ora ha lasciato il Comune, senza rilasciare dichiarazioni.
Grazie alla famiglia di Valeria Solesin, un esempio di forza e di dignità
"Ciao Valeria, grazie per la tua testimonianza di cittadina e di giovane donna" ha scritto Renzi sul libro che raccoglie i messaggi dei visitatori, prima di lasciare Ca' Farsetti
Poi la ripartenza per Roma, in una sorta di passaggio di testimone istituzionale con la presidente della Camera Laura Boldrini..
Nel pomeriggio, infatti, Valeria e la famiglia Solesin hanno ricevuto anche la visita della presidente della Camera Laura Boldrini. che ha invitato Alberto, Luciana e Darioo Solesin alla Camera per decider einsieme il modo di ricordare la memoria di Valeria: "Una giovane donna consapevole, esempio per i giovani che non hanno ancora trovato la loro strada.
Immagini e suggestioni, raccontate nel Liveblog della giornata.
Per due giorni è continuato intanto incessante il pellegrinaggio dei veneziani alla camera ardente: martedì alle 11 i funerali in piazza San Marco, in forma civile e alla presenza del presidente della Repubblica Mattarella.
«La cerimonia a San Marco non è una cerimonia laica bensì civile: in modo che tutti possano partecipare e senza che nessuno ci possa mettere un cappello sopra» ci ha tenuto a sottolineare Alberto Solesin.
«Qualsiasi benedizione mi va benissimo», ha spiegato il padre di Valeria, in vista dei funerali civili in piazza San Marco, «anche quella dell’imam, basta che credano in valori che non creino divisioni»
Prima il padre aveva risposto ad alcune domande dei giornalisti presenti e aveva raccontato alcuni episodi della vita della figlia. «A Parigi aveva raccolto stima e affetto e lentamente, la capitale francese non è una città facile, si era inserita professionalmente e umanamente in un ambiente che la amava. Aveva trovato il suo posto», ha ricostruito Alberto Solesin. Fin dagli ultimi anni del liceo e poi all’Università a Trento», ha ricordato, «si era impegnata con Emergency, «poi abbiamo saputo, ma da poco, che a Parigi si era dedicata all’assistenza dei clochard. Ma fin da piccola aveva uno spiccato senso della giustizia, mi ricordo che alle elementari non capiva perché ci fosse una bambina che poteva mangiare la pizza in mensa e tutti gli altri no», ha continuato. Quindi ha spiegato che è rimasto molto colpito dalla straordinaria solidarietà e dal lavoro compiuto dalla Unità di crisi del ministero degli Esteri, dal Consolato italiano a Parigi. Ha rivelato di aver ricevuto una lettera del questore di Venezia Angelo Sanna straordinariamente toccante e piena di umanità. «Spesso», ha concluso, «siamo migliori di quello che appariamo». Presente al funerali anche due classi del liceo classico-europeo Marco Foscarini.
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